Passaporti: i tempi di attesa migliorano, ma non abbastanza nelle grandi città
L’inchiesta in 19 città mostra che la situazione è migliorata rispetto a sei mesi fa perché in più della metà delle città i tempi di attesa per l'appuntamento in questura sono ragionevoli. Restano tempi troppo lunghi a Bologna, Cagliari, Firenze, Milano e Torino dove l'attesa arriva anche oltre i tre mesi, a Pordenone addirittura a otto. A Bergamo non ci sono appuntamenti disponibili.
- Con il contributo esperto di
- Maurizio Amerelli
- articolo di
- Adelia Piva
Tempi più brevi per avere l’appuntamento in questura per il rilascio e il rinnovo del passaporto, ma non abbastanza nelle città più grandi. E' quanto emerso dalla nostra inchiesta in 19 città lungo tutto lo Stivale (Ancona, Bari, Bergamo, Bologna, Bolzano, Cagliari, Catania, Firenze, Milano, Napoli, Palermo, Perugia, Pescara, Pordenone, Potenza, Reggio Calabria, Roma, Torino e Trento) dove il 30 aprile scorso abbiamo chiesto ai nostri collaboratori di provare a prenotare un appuntamento sulla piattaforma della Polizia di Stato per verificare i tempi di attesa.
Il confronto coi tempi rilevati quasi sei mesi fa (il 14 novembre 2023) mostra un netto miglioramento generale, basti pensare che il 30 aprile, in una sola città, Bergamo, non abbiamo trovato disponibilità di appuntamenti mentre nella rilevazione precedente erano ben sei (Bologna, Genova, Milano, Pordenone, Potenza e Torino). La buona notizia è che abbiamo registrato tempi di attesa ragionevoli in 10 città su 19: dai 20 giorni di Bari ai 2 giorni di Pescara, in assoluto la più veloce.
Restano tempi di attesa troppo lunghi per un documento così importante soprattutto nelle città più popolose: a Milano e Cagliari oltre tre mesi, a Napoli, Bologna, Firenze e Torino tra i due e i tre mesi. Se, però, vogliamo guardare il bicchiere mezzo pieno bisogna dire che siamo usciti dal profondo rosso della piattaforma ministeriale che a novembre non dava alcuna disponibilità a Milano, Torino e Bologna. Ci sono ancora disagi importanti per i cittadini di Pordenone: più di otto mesi di attesa per potersi recare in questura, troppi anche se sei mesi fa non avevamo trovato nessun appuntamento disponibile. Purtroppo, anche città che non avevamo rilevato sei mesi fa, come Bergamo, Firenze e Trento, non ci riservano belle sorprese: la prima non dà disponibilità, nelle altre due ci vogliono più di due mesi per mettere piede in questura (rispettivamente 71 e 65 giorni). Ecco i tempi di attesa nelle 19 città dell'inchiesta.
I 100 giorni di Milano, i 69 di Torino
Sotto la Madonnina le questure sono ancora intasate visto che il 30 aprile scorso sulla piattaforma di prenotazione il primo appuntamento disponibile era dopo 100 giorni, davvero troppi, ma sei mesi fa non c’erano disponibilità. Lo stesso sotto la Mole, dove ad aprile il film in programmazione non è più quello di novembre “nessuna disponibilità”, ma “69 giorni per andare in questura”. La recensione è migliore, ma il film non convince: ancora troppi più di due mesi di attesa per i torinesi. Stessa cosa per Bologna dove i giorni di attesa al 30 aprile erano ben 72, oltre due mesi.
Da Bolzano a Bari, il passaporto è più accessibile
La nostra inchiesta mostra che in cinque città si è passati dalle attese inaccettabili di 6 mesi fa (quasi 8 mesi a Bolzano, 5 a Bari, quasi 4 ad Ancona e Reggio Calabria) ad appuntamenti disponibili dopo pochi giorni: 6 giorni (Bolzano), 20 (Bari), 8 (Ancona) e 10 (Reggio Calabria). Infatti, sono molte le questure che si sono attivate per accelerare i tempi riorganizzando gli uffici preposti e aumentando il personale dedicato. Ad esempio, è il caso di Bolzano e Bari dove abbiamo registrato una svolta rispetto alla nostra rilevazione di sei mesi fa. A Bolzano il 14 novembre dell’anno scorso l’appuntamento in questura era disponibile dopo quasi otto mesi, mentre il 30 aprile scorso il tempo di attesa si è ridotto a 6 giorni. Lo stesso è avvenuto a Bari dove la Questura nel mese di marzo ha destinato nuove risorse alle richieste di rilascio di passaporto e ha aumentato gli orari di apertura al pubblico. Così si è passati da tempi di attesa biblici registrati sei mesi fa, per cui erano necessari quasi 5 mesi (152 giorni) per andare in questura, a quelli più ragionevoli del 30 aprile scorso: 20 giorni.
Verso una normalizzazione dei tempi di attesa?
“Il passaporto scaduto ti fa venire le rughe?” parte da qui la pubblicità di una crema antirughe che sta girando su instagram, a dimostrazione che l’emergenza passaporti di questi ultimi due anni è diventata così “normale” da ispirare i copywriter. Da un anno e mezzo ormai monitoriamo la piattaforma di prenotazione della Polizia di Stato per verificare i tempi di attesa denunciando le enormi lentezze e ribadendo il diritto del cittadino alla libera circolazione anche al di fuori dell’Unione europea dove serve solo la carta d’identità. Abbiamo anche lanciato una petizione per chiedere alle istituzioni di mettere in campo una riorganizzazione del sistema in modo da garantire tempi ragionevoli per fare o rinnovare il passaporto.
La situazione è migliorata, ma ancora in troppe città ci vogliono diversi mesi solo per avere l’appuntamento in questura senza contare l’attesa per la verifica dei documenti indispensabile prima della consegna finale. In questi ultimi mesi, dopo due anni di caos e disagi per i cittadini, sono stati adottati due provvedimenti importanti che potrebbero dare una svolta al sistema di rilascio e rinnovo dei passaporti rendendolo più veloce ed efficiente:
- l’agenda prioritaria;
- la possibilità, da luglio, di fare il passaporto anche negli uffici postali di tutta Italia.
La nuova procedura d'urgenza
A marzo sulla piattaforma della Polizia di Stato dove si prenota l’appuntamento per il rilascio o il rinnovo del passaporto è stata attivata un’agenda prioritaria (“appuntamenti prioritari”) che permette ai cittadini che abbiano urgenza di partire entro 30 giorni per motivi documentati di salute, studio, lavoro e turismo, di prenotare e ottenere il passaporto in tempo utile al viaggio da effettuare. In questo modo la gestione degli appuntamenti dovrebbe essere più efficiente. La procedura d’urgenza era già prevista, ma il cittadino doveva presentarsi in questura senza appuntamento e fare la coda sperando di trovare un buco disponibile, intasando ancora di più questure e commissariati. Scopri come funziona e chi la può chiedere.
Da luglio il passaporto si potrà fare negli uffici postali, ma costerà di più
Per alleggerire la pressione sulle Questure e accelerare le pratiche per il rilascio dei passaporti, da luglio il servizio di richiesta e rinnovo passaporti sarà disponibile in tutti gli uffici postali d’Italia. Lo ha annunciato, nel maggio scorso, il direttore generale di Poste Italiane Giuseppe Lasco al termine di un incontro con il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi sull’avanzamento del progetto Polis di Poste Italiane. Progetto finanziato con i fondi del Pnrr partito a marzo che inizialmente consentiva di chiedere i passaporti negli uffici postali dei Comuni con meno di 15mila abitanti e che a inizio maggio era stato attivato in appena una quarantina di Comuni.
Come ha spiegato il direttore generale Lasco: «la grande novità è che da luglio, conclusi i necessari passaggi normativi, questo servizio interesserà progressivamente gli uffici postali di tutta Italia, senza distinzioni tra piccoli e grandi centri». Il che significa, che di sicuro a luglio questo servizio non sarà ancora disponibile in tutto il Belpaese. Attenzione, però, il servizio può essere richiesto solo presso gli Uffici postali abilitati della propria provincia di residenza o domicilio. Sono anche da mettere in conto maggiori costi: oltre ai 116 euro di oneri già previsti per il rinnovo e il rilascio del documento bisogna aggiungere 14,20 euro a titolo di un non ben definito “costo per la richiesta”. Quindi, il cittadino che usa questo servizio deve mettere in conto 130,20 euro per il passaporto. E già il passaporto italiano è tra i più cari d’Europa.
Passaporto italiano tra i più cari d’Europa
Il passaporto italiano è tra i più cari d’Europa e se si fa alle Poste costa ancora di più. Nel Belpaese fare o rinnovare il passaporto costa 116 euro (42,50 euro vanno versati al Ministero delle Finanze con bollettino postale e 73,50 euro di contrassegno amministrativo che si compra dal tabaccaio), molto di più che in altri Paesi europei a parità di validità (10 anni). Ad esempio, in Spagna costa 30 euro e in Germania 60 euro. E il Belpaese non fa sconti nemmeno ai minori anche se il passaporto dura meno. Lo dice la nostra analisi in cui abbiamo messo a confronto i costi dei passaporti nei principali Paesi europei. Da notare che se si fa la richiesta di rilascio o rinnovo del passaporto in un ufficio postale bisogna aggiungere ai 116 euro 14,20 euro a titolo di un non ben definito “costo per la richiesta”. Quindi, se usa questa modalità il cittadino sborsa 130,20 euro per il passaporto.
Firma la petizione per tempi più rapidi e costi più bassi
Di sicuro si stanno facendo passi in avanti nella direzione di una normalizzazione dei tempi di rilascio e rinnovo del passaporto grazie alla nuova procedura d’urgenza e soprattutto alla possibilità, da luglio, di rivolgersi anche agli uffici postali diffusi capillarmente sul territorio. Seppure quest’ultima possibilità non sarà immediatamente disponibile in tutta Italia da luglio ma “progressivamente” come ha dichiarato il dg di Poste Italiane, quindi i tempi sono tutti da vedere. Tra l'altro, per ora non è disponibile per i minorenni. Inoltre, c’è un aggravio dei costi per il cittadino che già paga a caro prezzo il passaporto (116 euro) che è tra i più cari d’Europa e che si troverà a sborsare 14,20 euro in più se vuole farlo alle Poste.
Intanto, però, la nostra inchiesta mostra che ci sono ancora tempi di attesa inaccettabili nelle città più popolose come Milano, Torino, Bologna e quindi sarebbe utile attivare anche i Comuni per fare il passaporto. Altroconsumo chiede alle istituzioni di fare una serie di interventi che permettano di avere tempi più rapidi per il rilascio del passaporto, sia per la prenotazione dell'appuntamento, sia per il rilascio dopo aver fatto la pratica e costi più bassi, visto che rispetto ai nostri cugini europei costa anche più del triplo.