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Coronavirus: quell’infondata paura dell’acqua potabile

Invece di comprare al supermercato pesanti casse d’acqua, in un momento di ingressi e acquisti contingentati per l’emergenza sanitaria, beviamo serenamente dal rubinetto. Nessun virus alberga nella potabile, si tratta solo dell’ennesima bufala attorno al Coronavirus.

  • articolo di
  • Beba Minna
26 marzo 2020
  • articolo di
  • Beba Minna
acqua e coronavirus

La paura aiuta a diffondere le fake news, lo vediamo da settimane, e sul Coronavirus ne sono circolate davvero tante, anche molto fantasiose: dal potere miracoloso di vitamine e integratori, agli sconti sui funerali, fino alla pericolosità degli animali domestici. Una grande paura è generata anche dai falsi messaggi rispetto a quello che possiamo bere e mangiare, nemmeno l’acqua ne è uscita indenne.

La bufala dell’acqua infetta

In molti si sono precipitati in questi giorni a comprare tante casse di acqua minerale in vista dell'emergenza, arrivando addirittura a prendere d'assalto i supermercati. Un comportamento irragionevole, sui cui ha fatto luce l'Istituto superiore di sanità. In una nota, l'Iss ribadisce come non sia necessario fare incetta di bottiglie ingombranti, perché il coronavirus non si trasmette attraverso l’acqua del rubinetto. Oltre a essere sempre (non solo in tempi di pandemia) rigorosamente controllata, negli acquedotti si prevede anche una fase finale di disinfezione che consente di rimuovere eventuali virus dall’acqua, prima che sia immessa nelle condutture. Non sussistono, quindi, motivi di carattere sanitario che debbano indurre i consumatori a ricorrere ad acque imbottigliate o a bevande diverse.

Liberi di bere e di lavarci

In questi giorni di isolamento dovuti alla pandemia, l'accesso all'acqua potabile anche solo per lavarsi le mani è diventata un'esigenza primaria di prevenzione comunicata da ogni istituzione e ribadita dai medici. Quindi il monito è di usarla bene, ovvero di lavarsi spesso le mani: è il modo miglior per fare prevenzione. E visto che la potabile non è un veicolo di infezione, ciò significa che possiamo anche berla serenamente, usarla per cucinare e ovviamente per fare il bagno e la doccia. Continuiamo a comportarci come abbiamo sempre fatto.

Emergenza o no, l’acqua non va sprecata

Nell’emergenza del Coronavirus con le famiglie relegate al proprio domicilio, i consumi idrici domestici sono in aumento. Questo difficile momento è un’occasione per ricordare che troppo spesso diamo per scontata questa risorsa preziosa. Consumiamo molta acqua ogni giorno e non ne siamo consapevoli: il consumo in Italia è di 237 litri pro capite al giorno. Il primo importante passo che si può fare è cercare di non sprecarla. Quindi, per esempio, laviamoci pure le mani per 40 secondi, come raccomandato, ma nel frattempo chiudiamo il rubinetto fino al risciacquo finale. Lo stesso che dovremmo fare mentre ci laviamo i denti.

Se è una questione di gusto

C’è chi predilige l’acqua gassata, allora se il problema è una questione di gusto per evitare di riempire il carrello della spesa di casse di minerale meglio passare alle caraffe filtranti o ai gasatori d’acqua. Stando in casa da settimane, però, potrebbero essere finite le scorte di gas e i negozi che generalmente offrono servizi di ricarica sono chiusi. Si può provare allora a comprarle online: nel momento in cui scriviamo, ci sono due servizi attivi. Il servizio online, che permette di scambiare bombole vuote con altre piene al costo di ricariche e spedizione, è offerto da Sodastream: è possibile effettuare lo scambio di due bombole vuote o multipli, consegnando sempre la stessa quantità che è stata ordinata. Il prezzo per due ricariche è di 25,90 € più 8 € di spese di spedizione. Anche per Happy Fritz, il minimo è di due bombole, ma a un costo inferiore: 20.49 € più 7,90 € di spese di spedizione. Resta per tutti gli altri il consiglio di bere la potabile. E se hai dubbi fai analizzare quella di casa tua: anche in questo periodo di emergenza, le analisi dell’acqua proseguono regolarmente.

Difendersi dalle fake news

Prima di cadere in inutili paure alimentate dalla fake news, come quelle che girano massicciamente in queste settimane, impariamo a difenderci dalle notizie false. Come si fa a capire se si tratta di una bufala? Prima di tutto bisogna controllarne l’origine. Se la notizia non arriva da fonti ufficiali (ministero, organizzazioni scientifiche…), ma da un sito generico, meglio non fidarsi troppo. Prova a controllare se la stessa news è data da più fonti attendibili: se una notizia importante è vera, infatti, è molto difficile che non sia citata dai media. Se ci si accorge che la notizia è fake, meglio segnalarlo, così da aiutare l’intera comunità a non farsi trarre in inganno. È importante non condividerla se non si è sicuri della sua veridicità in modo da non alimentare il giro delle bufale. Anche mettere reazioni a un post aiuta a diffondere le notizie false.