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Scaffali vuoti al super? Tanti timori e così il 20% non trova l'olio di girasole. Carenze anche per pesce, olio di mais e farina

Tra il conflitto in Ucraina, l’aumento dei prezzi, il caro-benzina e le proteste degli autotrasportatori, tra il 50 e il 60% delle persone pensa che ci sia minore disponibilità dei prodotti di cui più si discute. E così, anche se la guerra non c’entra, alcuni scaffali intanto si svuotano, in particolare al Centro e al Sud.

  • Con il contributo esperto di
  • Lucia Canzi, Flavio Pellegrinuzzi, Alessandra Rivolta
  • articolo di
  • Stefania Villa
21 marzo 2022
  • Con il contributo esperto di
  • Lucia Canzi, Flavio Pellegrinuzzi, Alessandra Rivolta
  • articolo di
  • Stefania Villa
Carenza prodotti al supermercato

Il 20% degli intervistati, facendo la spesa, ha trovato lo scaffale dell’olio di semi di girasole vuoto. Il 15% non ha trovato disponibilità di olio di mais, l’11% di farina bianca.

Ma non perché, realmente, ci sia stata una mancanza di questi prodotti a causa della guerra in Ucraina (l’impatto del conflitto non è arrivato fino ai nostri scaffali al momento, come spieghiamo in questo speciale; più che altro in molti - tra il 50 e il 60% - pensano che ci sia minore disponibilità di questi prodotti e probabilmente sono corsi all’accaparramento, in particolare al Centro e al Sud. Abbiamo registrato carenze anche per il pesce fresco.

È quanto emerge dalla nostra indagine*, che fotografa la disponibilità di diversi prodotti presso super, iper e discount tramite le segnalazioni degli iscritti alla piattaforma ACmakers. I quasi 1.500 consumatori intervistati ci hanno raccontato cosa hanno trovato negli scaffali durante la loro ultima spesa.

Cosa non c’era sullo scaffale

Tra l’aumento dei prezzi, i limiti all’export di alcuni prodotti alimentari dovuti alla guerra e il caro-benzina, con tanto di proteste degli autotrasportatori e fermo dei pescherecci, si è parlato molto ultimamente di possibili carenze di prodotti alimentari tra gli scaffali dei supermercati.

E così probabilmente il panico - per alcuni prodotti in particolare - si è scatenato, generando la classica spirale dell’accaparramento, ovvero: si diffonde il timore che un prodotto scarseggerà o costerà di più, quindi tutti lo comprano e ne fanno scorta, quindi lo scaffale si svuota per davvero.

Come emerge dal grafico in basso, oltre al pesce fresco (che merita un discorso a parte) si sono svuotati soprattutto gli scaffali di olio di semi di girasole, olio di mais e farina bianca, i prodotti di cui si teme di più perché se ne parla molto in relazione al conflitto.

infografica disponibilità prodotti

Anche il pesce fresco, dicevamo, è stato impattato da carenze in questo periodo: il 18% degli intervistati non ha trovato disponibilità di branzini freschi, il 17% di orate fresche. Questo, probabilmente, è dovuto al fermo dei pescherecci delle scorse settimane a causa dal caro benzina.

Come emerge dal grafico, inoltre, non abbiamo registrato mancanze a scaffale per altri prodotti che avrebbero potuto essere oggetto di accaparramento (perché a lunga conservazione e quindi tipicamente acquistati da chi vuole fare scorte in vista di rincari o carenze).

Mancava anche la marca preferita

Per capire se si sono registrate anche carenze meno “gravi”, ma comunque indice di una qualche forma di riduzione dell’assortimento, abbiamo chiesto ai nostri intervistati anche se era disponibile a scaffale il loro prodotto preferito. Anche in questo caso olio di semi di girasole (il 30% non ha trovato il suo prodotto preferito), farina bianca (29%) e olio di mais (27%) risultano i prodotti con maggiori criticità. Inoltre il 17% degli intervistati non ha trovato la marca preferita di pasta di semola

Si tratta di percentuali piuttosto elevate, ma va considerato che fanno riferimento all’ultima spesa effettuata e non è detto che gli intervistati l’abbiano fatta presso il loro punto vendita di fiducia in cui sanno di trovare il prodotto preferito; quindi, in parte, questi numeri potrebbero riflettere semplicemente un diverso assortimento per marca da insegna a insegna.

Maggiori carenze al Sud e al Centro

Scorporando i dati per area geografica, notiamo come gli scaffali vuoti siano stati un fenomeno più frequente al Centro rispetto al Nord e ancora di più al Sud e nelle isole.

Ad esempio, se l’olio di semi di girasole non c’era nel 15% dei casi al Nord, al Centro e al Sud mancava in ben il 24% dei casi; idem per la farina bianca: al Nord solo il 6% delle persone non l’ha trovata sugli scaffali, saliamo al 12% al Centro e al 16% al Sud e nelle isole.

L’olio di mais mancava nell'11% dei casi al Nord, nel 13% al Centro e ben nel 22% dei casi al Sud e nelle Isole.

In alcune regioni abbiamo registrato carenze significativamente superiori per alcuni prodotti, è il caso della Campania (per pasta di semola e olio di mais), Sicilia (per farina bianca e olio extravergine di oliva) e Sardegna (per l’acqua in bottiglia).

A incidere probabilmente un timore più diffuso al centro-sud, dettato anche dalle proteste degli autotrasportatori e dalle maggiori preoccupazioni legate alla logistica soprattutto per le Isole, più difficili da raggiungere.

Più scaffali vuoti al discount

È stato soprattutto al discount che si sono trovati gli scaffali vuoti: l’olio di semi di girasole non c’era nel 33% dei casi (contro il 18% nei super o ipermercati), quello di mais nel 23% dei casi (contro il 14%), farina bianca 19% (rispetto al 9%).

Vari i fattori che potrebbero aver inciso su questa differenza: da un lato chi temeva la mancanza di prodotti e prezzi in ascesa potrebbe aver preferito fare scorte presso le catene meno care. In generale, sappiamo che i discount hanno meno assortimento di marche per categoria di prodotto, quindi la mancanza potrebbe essere stata maggiore per questo; alcuni discount, inoltre, hanno magazzini più piccoli e meno personale, anche questo potrebbe aver inciso.

Molti pensano che ci sia una carenza

Se da un lato - ad oggi -  non c’è una carenza di prodotti sui nostri scaffali dovuta direttamente al conflitto, dall’altro i cittadini pensano che molti prodotti manchino. E questo, in alcuni casi, può essere legato a quanto si è visto tra gli scaffali che si sono davvero svuotati. Ma, dall’altro, incidono senz’altro i timori che si sono diffusi a seguito del conflitto, dei rincari, delle proteste dei trasportatori e di tutto ciò di cui sente molto parlare in questo periodo.

Come si evince dal grafico in basso, tra il 48 e il 61% delle persone pensa che ci sia minore disponibilità di farina bianca, olio di semi di girasole, olio di mais, pasta di semola (gli alimenti di cui spesso si è parlato in relazione al conflitto).

Ma per molte persone il timore è anche più diffuso e si ritiene che vi siano carenze anche di altri prodotti a lunga conservazione, in scatola, di carta igienica...: quei prodotti tipici di chi fa scorta ma di cui – da quanto risulta dalla nostra indagine – non c’è stata alcuna mancanza, fortunatamente, presso i punti vendita.

infografica disponibilità prodotti

*L’inchiesta collaborativa è stata svolta attraverso un questionario online tra il 15 e il 16 marzo 2022 su un gruppo di consumatori iscritti ad ACmakers che hanno effettuato almeno una spesa presso supermercati/ipermercati/discount nei 7 giorni precedenti alla compilazione del questionario. Sono state raccolte 1.465 risposte valide, distribuite su tutto il territorio nazionale.