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Prodotti alimentari: prezzi in salita del 6% negli ultimi 2 anni. La nostra analisi

Che sia colpa del caro-benzina, del caro-bollette o della carenza di materie prime poco importa. Le nostre analisi dei prezzi su un paniere di 9 prodotti alimentari molto amati dagli italiani parlano chiaro: dal 2019 sono aumentati tutti, alcuni anche del 12 o 13%. E in media il nostro carrello della spesa "virtuale" oggi ci costa il 6% in più. Ecco come è possibile.

  • Con il contributo esperto di
  • Alessandra Rivolta
  • articolo di
  • Luca Cartapatti
08 febbraio 2022
  • Con il contributo esperto di
  • Alessandra Rivolta
  • articolo di
  • Luca Cartapatti
Analisi prezzi alimentari

La sensazione l'abbiamo avuta un po' tutti facendo la spesa al supermercato, in negozio oppure online. Dall'autunno scorso i prodotti alimentari sono diventati più cari. Colpa del caro-benzina, delle bollette alle stelle, della carenza di materie prime o forse di tutte queste concause, fatto sta che la sensazione che ci portiamo a casa dopo aver fatto la spesa è tutt'altro che una sensazione: fare la spesa oggi costa di più già rispetto allo scorso anno (2020 in piena pandemia), ma ancora di più rispetto al 2019.

Gli aumenti di prezzo ci sono sempre stati, lo sappiamo, ma a partire dai primi anni 2000 abbiamo assistito a un lungo periodo di tempo in cui l’incremento dei prezzi è stato molto contenuto e la tendenza generale dell’inflazione è stata in calo. E allora che cosa è successo in questi ultimi mesi in particolare ai prodotti alimentari?

Un carrello di prezzi in salita

Guardando i dati più da vicino ci rendiamo conto che qualcosa nell’ultimo periodo sta cambiando. Abbiamo provato a verificare cosa sta succedendo ai prezzi di alcuni prodotti alimentari che entrano abitualmente nel carrello degli italiani. I prezzi della nostra analisi si basano su quelli praticati da Ipermercati, Supermercati e Discount italiani e si riferiscono ai prezzi medi mensili di 9 categorie di prodotti che possono tranquillamente nel carrello della spesa degli italiani.

Abbiamo infatti immaginato un carrello della spesa composto da 1 litro di latte, 1 kg di farina, 1 kg di pasta, 1 kg di zucchero, 1kg di passata di pomodoro, 1 litro d’olio extravergine d'oliva, 1 kg di caffè in polvere, 1kg di banane e 1 kg di zucchine. Se nell’autunno 2019, prima della pandemia, avremmo speso 20,73 euro per portare a casa questa spesa, nell’autunno 2021 quello stesso carrello ci è costato 22,03 euro. Insomma, un aumento del 6%. L’aspetto forse più curioso è che in questi due anni tutti i prodotti del nostro ipotetico carrello sono aumentati. 

PRODOTTO  PREZZO MEDIO AUTUNNO 2019 (ottobre – dicembre)  PREZZO MEDIO AUTUNNO 2021 (ottobre – dicembre)  VARIAZIONE % 
 LATTE UHT 1LT  0,89  0,91  2%
 FARINA DI GRANO TENERO TIPO 00 1kg  0,61  0,68  11%
 PASTA DI SEMOLA 1kg  1,24  1,39  12%
 ZUCCHERO DA BARBABIETOLA 1kg  0,80  0,84  5%
 PASSATA DI POMODORO 1kg  1,14  1,26  10%
 OLIO EXTRAVERGINE DI OLIVA 1LT  4,02  4,34  8%
 CAFFE’ IN POLVERE 1KG  5,95  6,12  3%
 BANANE PI 1kg  2,31  2,52  9%
 ZUCCHINE (PI) 1kg  3,76  3,97  6%
 TOTALE SPESA  20.73  22.03  6%

Aumenti, non tutti uguali

Se per alcuni prodotti l’aumento è stato in linea con quando accaduto negli anni precedenti (ovvero, come dicevamo prima, aumenti molto contenuti a partire dall’inizio del nuovo millennio), per altri prodotti l’aumento comincia a farsi sentire in maniera più consistente.

A partire dagli ultimi mesi del 2021 sembra sia iniziato un fenomeno nuovo: una variazione dei prezzi a cui non eravamo abituati da tempo. Bisogna però ancora capire se si tratta per davvero dei primi segnali di un fenomeno destinato a durare nel tempo oppure si tratta solo di aumenti transitori. E' ancora presto per dirlo: per questo Altroconsumo ha deciso di tenere monitorato questo scenario di prezzi anche per i prossimi mesi. 

Un esempio: la pasta di semola

Come abbiamo detto non tutti i prodotti del nostro carrello virtuale sono aumentati nello stesso modo. Tra i prodotti che meritano una segnalazione c'è la pasta di semola. Tra l’autunno del 2019 e l’autunno 2021 la pasta è aumentata del 13%. E l’aumento si è fatto più significativo a partire della seconda metà nel 2021.

Grafico aumenti pasta di semola

Rielaborazione Altroconsumo su dati IRI Infoscan

L’aumento nel prezzo della pasta va anche messo in relazione con il suo andamento nel corso del tempo. Nei primi anni duemila i prezzi della pasta di semola si sono mossi davvero poco: l’aumento medio è stato dell'1,7% all’anno. Nel 2021 l’aumento è stato invece del 7% in un solo anno.

Passata di pomodoro: su del 12% in tre anni 

Un altro prodotto che merita un approfondimento è certamente la passata di pomodoro. Quello che è accaduto negli ultimi due anni a questo prodotto è abbastanza evidente: dati alla mano, considerando una media prezzi dell'ultimo trimestre dell'anno, nel 2019 pagavamo 1kg di passata di pomodoro 1,14 euro; nell'ultimo trimestre dello scorso anno (2021) l'avremmo pagato 1,26 euro. Parliamo pertanto di un aumento del 10% in due anni (+12% in poco meno di 3 anni tra gennaio 2019 e dicembre 2021).

Se si guarda l’andamento mensile dei prezzi di questo prodotto, l'aumento è costante per tutto il 2020 (rispetto al 2019). Nel 2021 c’è un tentativo di compensare gli incrementi del 2020, ma verso la fine dell’anno i prezzi tornano a salire e restano al di sopra dei livelli del 2019

Lo scenario futuro: cosa fare?

Ci si chiede allora su chi potrebbe impattare di più questa situazione. E' indubbio che coloro che hanno un potere d'acquisto meno elevato potrebbero soffrire maggiormente questi aumenti sui generi alimentari, soprattutto se dovessero perdurare nel tempo o crescere ancora. Ad esempio, nei mercati rionali si riforniscono spesso persone con redditi o pensioni basse. 

E allora cosa si potrebbe fare per migliorare la situazione? Per i prodotti alimentari possiamo dire che dai nostri test emerge che non sempre i prodotti più costosi sono i migliori e che ci sono prodotti di buona qualità anche nelle fasce di prezzo più basse. L’altra cosa a cui fare attenzione sono le promozioni che consentono tagli importanti nei costi (fare scorta dei prodotti con scadenza più lunga).

Anche la scelta del supermercato può aiutare a risparmiare, come ha rivelato anche la nostra ultima inchiesta sulla grande distribuzione. Come si vede dall'inchiesta, i discount sono certamente una buona soluzione a cui rivolgersi per risparmiare, ma il vantaggio competitivo si sta assottigliando: i discount continuano a essere i punti vendita dove i prezzi sono più bassi ma sono anche i punti vendita dove l’aumento è stato più elevato (+19% per il nostro carrello virtuale, rispetto al +5% di Ipermercati e Supermercati).