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Olio di girasole: a rischio le scorte nazionali. Ma anche la trasparenza per il consumatore

L'Ucraina detiene il 60% della produzione mondiale di girasole: facile capire come il protrarsi della guerra e il blocco dell'export potrebbero farci esaurire presto le scorte dell'olio ricavato dai suoi semi. Per ovviare al problema, le aziende alimentari si stanno preparando a rifomulare i propri prodotti introducendo grassi vegetali diversi. Una circolare ministeriale stabilisce come correggere le indicazioni sulle etichette, ma una formulazione troppo generica rischia ora di mettere in discussione la corretta informazione per i consumatori sancita a livello europeo. 

  • Con il contributo esperto di
  • Emanuela Bianchi
  • articolo di
  • Roberto Usai
18 marzo 2022
  • Con il contributo esperto di
  • Emanuela Bianchi
  • articolo di
  • Roberto Usai
Olio di semi di girasole Ucraina

Il protrarsi del conflitto in Ucraina potrebbe comportare conseguenze importanti per l'industria alimentare. La corsa all'accaparramento di alcuni prodotti, spesso immotivata, rischia - tra gli altri - di svuotare gli scaffali dei supermercati in tutta Italia. Quello che è invece piuttosto sicuro è che presto potremmo esaurire le scorte nazionali di olio di semi di girasole, un prodotto presente nella formulazione di molti prodotti alimentari industriali come biscotti, merendine, ma anche patatine, creme spalmabili, salse e conserve. A denunciare le possibili ripercussioni sull'intera filiera è anche Assitol, l'Associazione italiana dell'industria olearia. 

Il 60% della produzione mondiale di girasoli è ucraino

Perché la situazione geopolitica attuale è così importante per la produzione di olio di girasole? Perché, come confermano i dati diffusi dal ministero dello Sviluppo economico, l'Ucraina è il principale coltivatore di girasoli al mondo, detiene infatti il 60% della produzione mondiale e il 75% dell'export. Con la sospensione dell'esportazione dell'olio di semi di girasole dovuta alla guerra si rischia perciò un rapido esaurimento delle scorte. A questo problema se ne aggiunge un secondo, non meno importante. Se il conflitto dovesse protrarsi, la situazione potrebbe aggravarsi ulteriormente dal momento in cui non sarebbe possibile la semina della coltura prevista in primavera

Come si sta muovendo l'industria alimentare

In questo scenario, le aziende alimentari si stanno preparando per riformulare i propri prodotti sostituendo l'olio di semi di girasole con materie grasse al momento più disponibili. Per agevolare questa transizione è intervenuto recentemente anche il ministero dello Sviluppo economico, emanando una circolare indirizzata ad associazioni di categoria e alla grande distribuzione con le misure temporanee eccezionali per far fronte alla situazione. In prima battuta, il documento fornisce indicazioni sui prodotti e sulle informazioni che devono essere date al consumatore nel caso in cui l'olio di semi di girasole venga sostituito con un'altra materia grassa disponibile. Negli imballaggi già stampati, in questa prima fase dell'emergenza, sarà possibile segnalare l'eventuale cambio della materia grassa anche con sticker adesivi, in modo da indicare quali ingredienti alternativi siano stati utilizzati in sostituzione dell'olio di girasole.

Confezioni e corsie dei supermercati: cosa cambia?

La circolare ribadisce anche la necessità di specificare l'eventuale presenza di allergeni e di applicare gli stessi criteri per modificare gli slogan che indicano presenza o assenza di un determinato olio o altri claim comparativi. Oltre alla modifica dei packaging, la circolare richiede anche alla grande distribuzione di informare tempestivamente il consumatore direttamente nei punti vendita attraverso cartelli dedicati, posizionati in prossimità degli scaffali dei prodotti contenenti olio di semi di girasole. La circolare raccomanda inoltre di rimandare ai canali social o ai siti aziendali per avere ulteriori informazioni. Trattandosi di una situazione di emergenza, ci sembra che queste misure possano aiutare il consumatore, purché vengano effettivamente messe in pratica dalle aziende e dalla grande distribuzione. Quello che è previsto riguardo un eventuale perdurare dell'emergenza, invece, potrebbe a nostro avviso mettere a rischio la trasparenza

Nuove etichette, poca trasparenza per i consumatori

Le indicazioni contenute sulla circolare ministeriale chiariscono infatti alcune procedure relative alla stampa delle nuove etichette. Nell'ipotesi in cui l'emergenza dovesse perdurare, i produttori potrebbero indicare genericamente nella lista degli ingredienti la categoria degli oli e dei grassi vegetali seguita dall'indicazione delle origini vegetali delle materie prime potenzialmente disponibili. Cosa significa questo? Che in pratica potremmo trovare etichette con indicazioni più generiche, tipo "oli e grassi vegetali (girasole, palma, mais, soia...)", specificando anche eventuali allergeni. Questa soluzione ci sembra che possa mettere in discussione la chiarezza delle informazioni ai consumatori che, lo ricordiamo, è prevista dal Regolamento Ue 1169/2011. Inoltre, la natura del grasso utilizzato influenza anche le caratteristiche nutrizionali del prodotto e, di conseguenza, anche gli effetti sulla salute. Per esempio la quantità di acidi grassi saturi presenti in un prodotto da forno potrebbe cambiare notevolmente passando dall'olio di girasole all'olio di palma. Ma la circolare non fa alcun cenno alla necessità di adeguare le informazioni nutrizionali riportate in etichetta.

Una decisione tutta italiana

Da un punto di vista normativo, inoltre, l'etichettatura dei prodotti alimentari è una materia regolamentata a livello europeo. A nostro avviso non è perciò compito di un'autorità nazionale, seppur in via transitoria, proporre modifiche alle informazioni riportate in etichetta. Su questo punto, inoltre, la circolare precisa anche che, in assenza di disposizioni armonizzate a livello europeo, le indicazioni riportate nella nota sono valide solo per il nostro Paese. Come se non bastasse, perciò, i cittadini italiani vengono anche discriminati rispetto agli altri cittadini europei che continueranno a poter contare su una corretta e completa informazione sui prodotti