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Integratori multivitaminici: come e perché gli italiani li usano

Il mercato italiano degli integratori alimentari è il primo in Europa, con un valore stimato nel 2019 di 3,6 miliardi di euro. Tra i più venduti spiccano i supplementi di vitamine e minerali. La conferma viene anche dal campione di italiani che abbiamo intervistato, ai quali abbiamo chiesto se e come utilizzano gli integratori e perché.

08 ottobre 2021
flacone e capsule

Il Covid ha causato un aumento dei consumi: in media, gli italiani hanno speso 135 euro in integratori alimentari nel corso degli ultimi 12 mesi. Il 34% di coloro che li hanno assunti nell’ultimo anno dice di averne aumentato l’assunzione dallo scoppio della pandemia. I più usati sono gli integratori di vitamine (85%), seguono i sali minerali (55%) e i probiotici (40%). Gli obiettivi principali dichiarati da chi acquista questi prodotti sono di potenziare il sistema immunitario e avere più energie. Il 25% si rivolge agli integratori per tenere sotto controllo ansia e stress, e poi c’è chi li usa per la memoria (21%), l’insonnia (20%) e per migliorare le prestazioni sportive (14%). Uno su cinque ha deciso di assumere integratori di propria iniziativa, mentre il 38% ha ricevuto una raccomandazione dal proprio medico, e il 35% dal farmacista.

Non mancano le false convinzioni, come quella che alcuni integratori aiutino a combattere il Covid: ci crede il 73% degli intervistati, ma non c’è alcun integratore che possa dare questo effetto. La stragrande maggioranza degli intervistati (91%) si dice poi convinta che gli integratori con ingredienti naturali siano più sani di quelli sintetici, il che in realtà non è vero, nonostante il marketing di questi prodotti voglia a tutti i costi farcelo credere.

Cosa c’è dentro?

Abbiamo verificato in laboratorio che la quantità di vitamine liposolubili che contengono coincidesse con quanto dichiarato. Il nostro timore era di trovarne in eccesso, cosa che per questo tipo di vitamine (A, E, D e K) può avere ripercussioni anche gravi sulla salute. Fortunatamente questo non si è verificato in nessun caso. Anzi in alcuni prodotti abbiamo riscontrato una presenza inferiore al dichiarato di vitamina A e D. Una possibile spiegazione è che queste vitamine sono sensibili al calore, quindi si degradano facilmente se le temperature di conservazione non sono ottimali. Il problema può quindi essersi verificato in un momento successivo alla loro produzione.

Se la quantità di vitamine quasi sempre corrisponde al dichiarato, negli integratori abbiamo trovato anche altre sostanze non sempre raccomandabili. In qualche caso ci sono sia zuccheri sia edulcoranti nello stesso prodotto e poi additivi, tra cui il biossido di titanio, colorante bianco recentemente bocciato dall’Efsa come non sicuro.

Occhio alle dosi

Di quante vitamine ha davvero bisogno il nostro organismo? Molte meno di quelle che assumiamo consumando le dosi consigliate di questi prodotti. In due casi si supera abbondantemente il 1.000% dei valori nutritivi di riferimento per le vitamine del gruppo B. In pratica con una dose si assume 10-15 volte la quantità di vitamina B1, B2 o B12 necessaria all’organismo, senza neanche contare l’alimentazione. Le denominazioni “uomo” o “donna” e le fasce di età specifiche hanno poi poco senso, perché le differenze di fabbisogno tra categorie di persone sono in realtà davvero minime, e presenti solo per alcune vitamine e minerali.

In realtà una dieta bilanciata, ricca di frutta e verdura fresche, è l’ideale per garantirci il giusto apporto di tutte le vitamine di cui il nostro corpo ha bisogno. Dal momento che gli integratori sono mediamente molto costosi, non ha senso comprarli pensando di colmare delle lacune che, con una dieta corretta, quasi sicuramente non ci sono.

Etichette e bugiardini

Esistono normative specifiche che regolano gli integratori, dalla denominazione consentita all’etichettatura alla pubblicità, che non devono attribuire al prodotto proprietà terapeutiche né la capacità di prevenire malattie. Non devono inoltre comparire in etichetta diciture che possano indurre il consumatore a pensare che una dieta equilibrata e sana non sia in grado di apportare quantità sufficienti di sostanze nutritive. I quantitativi delle sostanze dichiarate devono essere riferiti alla dose giornaliera raccomandata dal produttore. Inoltre la pubblicità dei prodotti che contengono piante o altre sostanze naturali non deve far credere che la presenza di questi ingredienti determini un minor rischio di effetti indesiderati. Alla fine dell’analisi delle confezioni tutti i prodotti sono risultati in regola. Le cose cambiano un po’ se analizziamo i foglietti illustrativi presenti all’interno delle confezioni (non preventivamente sottoposti al vaglio del ministero della Salute) e i siti internet dei produttori. Qui purtroppo le maglie del controllo si allargano e abbondano slogan e promesse che sulle confezioni non sono consentite.

Non sono caramelle

Abbiamo dato un’occhiata anche agli integratori per bambini. Hanno forme accattivanti, colori vivaci e gusti da caramella. In molti di questi prodotti le prime due posizioni nella lista degli ingredienti sono occupate da sciroppo di glucosio e zucchero, benché le linee guida internazionali suggeriscano di limitare l’assunzione di zuccheri liberi. Diversi integratori contengono in aggiunta anche uno o due edulcoranti, inutili e peraltro sconsigliati ai bambini. Se è raro che le etichette riportino informazioni ingannevoli, sui foglietti interni invece si trova di tutto, tra cui claim che vantano effetti sulla salute non dimostrati e sproloqui sul fatto che gli integratori sono essenziali per i bambini. I siti web spesso suggeriscono l’uso dei supplementi quando l’alimentazione del bambino non è equilibrata. Un messaggio assurdo e totalmente sbagliato: ai bambini va infatti insegnato ad alimentarsi correttamente, non certo a masticare integratori.