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Autostrade, pedaggi e possibili aumenti congelati fino a fine giugno

03 gennaio 2019
Pedaggi autostradali: anche nel 2017 arrivano i rincari

Nel nuovo anno il 90% della rete autostradale non costerà di più rispetto al 2018, ma non si sa ancora a quali conseguenze porterà la moratoria sugli aumenti.

Ogni volta che sali in macchina per fare un lungo viaggio, la domanda che ti fai è sempre la stessa. Riuscirò ad arrivare a destinazione senza spendere un capitale in pedaggi autostradali? Diversamente dagli anni scorsi, a inizio 2019 la maggior parte delle tratte non ha conosciuto rialzi. Gli aumenti dei pedaggi sono stati congelati fino a fine giugno 2019, per rimandare la questione delle tariffe autostradali e trovare il tempo di far partire il nuovo sistema previsto dal decreto Genova.

Blocco dei prezzi per sei mesi

Il 31 dicembre 2018 il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha annunciato lo stop ai rincari del 90% della rete autostradale dopo un confronto con le concessionarie. Autostrade per l'Italia (che da sola gestisce la metà della rete autostradale) ha concordato il blocco dei prezzi pressoché totale, per sei mesi. Alcune eccezioni:

  • il tratto dell'A5 tra Aosta e il Traforo del Monte Bianco vedrà un rincaro del 6,32% che tuttavia risparmia residenti e pendolari.
  • La Tangenziale di Napoli costerà l'1,82 per cento in più.
  • Per quanto riguarda il gruppo Gavio, gli aumenti del 2019 riguardano la Cisa (+1,86%), la Torino-Savona (+2,22%), l'Autostrada dei Fiori (+0,71%) e l'Autovia Padana (+0,1%).

Il ministero dei Trasporti calcola che l'incremento medio autorizzato sulla rete sia così dello 0,83%. Non si sa poi cosa accadrà alla fine del periodo di sospensione. Il servizio autostradale è un monopolio dello Stato che viene concesso a privati per la sua gestione. Ed è un servizio che in moltissimi casi, negli ultimi anni, ha subito aumenti sensibilmente superiori all'inflazione. Dal 2015 a oggi monitoriamo il costo di 46 tratte autostradali: mediamente il loro aumento di costo è stato, in questi 4 anni, del 3,5% contro il 2,4% dell'inflazione.

Gli aumenti dal 2015 a oggi

Andare da Milano a Genova nel 2015 costava 9,70 euro; oggi ne costa 10,60, esattamente come lo scorso anno, ma quasi 1 euro in più rispetto al 2015, cioè il 9,3% in aumento, pari a quasi 4 volte l'inflazione. La tratta da Milano a Novara costava nel 2015 5,40 euro, contro i 6,40 euro di oggi, esattamente come lo scorso anno. Ma rispetto al 2015 l'aumento di costo è stato del 18,5%, cioè un aumento quasi equivalente a 8 volte l'inflazione. Se considerassimo la tratta Milano-Torino, l'aumento raggiungerebbe il 19,1% in quattro anni. Per andare su altre tratte, la Roma-Pescara in questi anni è aumentata di oltre 3 euro (da 20,30 euro nel 2015 ai 23,70 di oggi), un aumento di quasi il 5% in 4 anni (cioè il doppio dell'inflazione). Anche la Ancona-Pesaro, passata dai 4,10 del 2015 ai 4,30 del 2018, oggi confermati, ha comunque subito in questi anni un aumento di quasi il 5%. Intendiamoci, ci sono tratti che da tantissimi anni non conoscono aumenti: le autostrade siciliane, la Milano-Busto Arsizio (frequentatissima per raggiungere l'aeroporto di Malpensa), la tratta tra Trento e Bolzano e quella tra Verona e Mantova.

Futuro e rincari

A cosa sono dovuti i rincari che si sono verificati dal 2015 a oggi? Stando a quanto dichiarato dalle aziende concessionarie, sarebbero imputabili a un parziale recupero dell'inflazione e a un finanziamento degli investimenti. Tuttavia gli aumenti che, di anno in anno, sono sensibilmente superiori rispetto all'inflazione, non possono essere giustificati con motivazioni di questo tipo.

Sciopero: anche se il casello è chiuso, il pedaggio si paga comunque

Anche se c’è uno sciopero il pedaggio si paga comunque. Certo molto probabilmente non potrai usare i contanti, ma ci sono altri modi per pagare. Se hai Telepass non avrai problemi. Stessa cosa se hai una carta di debito, una prepagata o una carta di credito: potrai pagare, senza alcuna commissione, nelle uscite dotate di pos per la lettura della carta. Se invece non hai una carta riceverai uno scontrino che funge da «Rapporto di mancato pagamento», da pagare successivamente con le modalità indicate nel documento stesso.

In caso di sciopero, sono possibili code per tutti anche per chi paga con Telepass nei caselli meno importanti o più piccoli dove non c’è spazio per una corsia dedicata e quindi anche chi usa Telepass deve mettersi in fila con gli altri che pagano con carta o chiedono lo scontrino.