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Diesel euro 6: facciamo chiarezza sulle emissioni

23 gennaio 2019
macchine

Se decidi di acquistare un’auto, fai molta attenzione alle sue emissioni. La nuova omologazione per auto diesel ha cinque sottocategorie. È bene capire in che cosa si differenziano.

Sono protagoniste dei blocchi alla circolazione nei centri cittadini: stiamo parlando delle auto diesel, alimentate a gasolio, più problematiche sul fronte delle emissioni, in particolare di ossidi di azoto. Mano a mano che i nuovi modelli diventano più virtuosi sotto questo aspetto, le amministrazioni cittadine bandiscono dalle loro strade quelli più vecchi e inquinanti.

Quindi le procedure di omologazione servono a certificare che le auto rispettino precisi requisiti ambientali. Ma l’affare Dieselgate ha dimostrato che spesso la distanza tra ciò che compare sulla carta e ciò che succede sulla strada può essere abissale. Così si è deciso di cambiare strategia: invece di puntare sull'abbassamento dei limiti, meglio eseguire test più realistici.

Euro 6: è ora di cambiare

Le classi Euro si sono susseguite a intervalli di qualche anno una dall’altra e ogni nuova classe ha abbassato i limiti di emissioni consentite rispetto alla precedente. Con la classe Euro 6, che ha fatto il suo esordio pochi anni prima del Dieselgate, è iniziata la transizione. Dopo le prime due sottocategorie, Euro 6a e Euro 6b, che rispondevano ancora alla logica di abbassamento dei limiti alle emissioni, a partire dall’Euro 6c si è decisa l’introduzione di nuovi metodi nei test di omologazione, che sono stati resi, con le classi Euro 6d-temp ed Euro 6d, sempre più realistici e non più aggirabili. 

Il nuovo test su strada

A partire dal settembre 2019 tutte le auto immatricolate si avvarranno di un “controllo incrociato” sulle emissioni. Dal momento che i test su strada sono soggetti a molte variabili che hanno a che vedere con il clima, il traffico e le condizioni stesse della strada, le emissioni prodotte in queste prove, chiamate RDE (Real Driving Emissions), sono di solito più alte di quelle ottenute in laboratorio e per questo sarà consentito sforare i limiti previsti dal ciclo di omologazione attualmente in vigore di un fattore chiamato Conformity factor (CF). Questo fattore sarà pari a 2,1 (quindi poco più del doppio) fino al 2020 e scenderà a 1,5 (cioè una volta e mezza) da gennaio 2021.

I limiti previsti dalle varie classi Euro si riferiscono agli inquinanti, ma non alla CO2, e quindi non al consumo di carburante: questo significa che un’auto che appartiene a una classe Euro più recente sarà meno inquinante, ma non necessariamente consumerà di meno. Si va tuttavia verso l’introduzione di limiti anche alle emissioni di CO2, che non si applicheranno ai singoli modelli, ma verranno imposti alla media della flotta di ciascun produttore.

Il crollo delle vendite 

Il consumatore però è spaventato all'idea di non poter più circolare da nessuna parte e in effetti blocchi alla circolazione sono già pianificati in molte città. Le limitazioni riguardano da subito le auto diesel fino all’Euro 3, comprenderanno le Euro 4 a partire dal 2020 e arriveranno a riguardare le Euro 5 dal 2025; si applicheranno alle aree urbane e ai Comuni con popolazione superiore a 30.000 abitanti. A Milano si guarda ancora più avanti ed è già in programma il divieto di circolazione all’interno dell’Area B delle vetture Euro 6c per il 2025 e per le Euro 6d-temp ed Euro 6d dal primo ottobre 2030. 

Per incoraggiare l’acquisto di un’auto diesel, delle quali i concessionari lamentano il crollo delle vendite, occorrerebbe fornire al potenziale cliente tutte le informazioni necessarie per una scelta oculata. In effetti la suddivisione dell’Euro 6 in cinque diverse sottoclassi rischia di creare molta confusione nei consumatori. Acquistando una vettura Euro 6d-temp invece di una Euro 6b cambia davvero qualcosa? Per saperne di più scarica il pdf completo dell’articolo del numero di gennaio di Inchieste.

Prima di comprare

Siamo favorevoli a test di omologazione più severi e realistici e pensiamo che la limitazione alla circolazione dei veicoli più vecchi sia un passaggio necessario per arrivare a un parco auto meno inquinante, anche se sul momento può creare disagi. Meglio ancora sarebbe potenziare il trasporto pubblico, dando alle persone una reale alternativa alla macchina. Per chi ha necessità di comprare un’auto e vuole un diesel, meglio cercare di acquistare la sottoclasse Euro 6 più recente, la Euro 6d-temp. In questo modo non solo ci si porterà a casa un modello meno inquinante, ma ci si assicurerà anche di poter circolare più a lungo.

In concessionaria è importante stare attenti che sconti particolarmente allettanti non nascondano la necessità di liberarsi di vetture diesel non di ultima omologazione. Se si compra un’auto usata, si deve porre ancora più attenzione a questo aspetto: verificare sempre sulla carta di circolazione la classe Euro a cui appartiene. In vista dei futuri blocchi, la scelta di un diesel usato potrebbe non essere la migliore, a ogni modo si trovano già sul mercato vetture Euro 6 immatricolate nel 2012-2013, che sono da preferire sicuramente alle Euro 5 e precedenti.