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Ecoball per lavatrici e palline per asciugatrici: sono inutili

Sull’onda della crescente sensibilità ambientalista, il mercato si riempie continuamente di prodotti che si dichiarano amici dell’ambiente. Come le “ecoball” per lavatrice che promettono di smacchiare gli abiti senza usare il detersivo, oppure le palline per asciugatrice che ammorbidendo il bucato permettono di ridurre i tempi di asciugatura e quindi i consumi elettrici. In entrambi i casi, però, i nostri test di laboratorio dimostrano che niente di tutto questo è vero.

15 luglio 2021
ecoball

Oggi, nelle scelte quotidiane, sempre più persone sono attente all’ambiente. Per questo, sul mercato spuntano continuamente prodotti che, facendo leva sulle buone intenzioni dei consumatori, si professano amici dell’ambiente. In tema di bucato, un esempio, sono le "ecoball", ovvero palline di plastica da mettere in lavatrice durante il lavaggio al posto del detersivo con la promessa di rimuovere le macchie senza inquinare.

Il marketing green non risparmia nemmeno le asciugatrici che con i loro lunghissimi tempi di asciugatura (si va dalle due alle quattro ore per un carico di cotone di circa 6 chili) richiedono un elevato consumo energetico che da un punto di vista ambientale si traduce in elevate emissioni inquinanti. Spuntano così sul mercato altre “palline” questa volta con la promessa di ridurre i tempi di asciugatura, e quindi i consumi, se messe nel cestello dell’asciugatrice insieme al bucato.

Se l’intento è buono (più attenzione all’ambiente) il risultato è pessimo. Sia le ecoball che le palline per asciugatrice, infatti, non mantengono le promesse fatte. Entrambi i prodotti, portati da noi in laboratorio, non superano nessuna delle prove a cui li abbiamo sottoposti.

Ecoball per lavatrici

Secondo i produttori le ecoball sarebbero in grado di lavare gli indumenti in lavatrice senza usare detersivo e in più sarebbero ecologiche. In realtà, però, non è così: il detersivo, infatti, spesso c’è.

Il nostro test

Abbiamo messo alla prova l’efficacia di sette ecoball, le palline in plastica da mettere in lavatrice al posto del detersivo, e le “noci lavatutto”, alternativa naturale alle palline. Abbiamo testato anche tre sfere per asciugatrice con funzione ammorbidente.

In laboratorio abbiamo riprodotto su delle pezze di tessuto 14 macchie standard, come tè, caffè, cioccolata, erba, pomodoro, e abbiamo verificato come venivano pulite con la sola acqua, con le palline e con il detersivo migliore del mercato. In tutti i casi abbiamo utilizzato la stessa lavatrice e lo stesso programma (cotone a 40 °C).

I risultati del test parlano chiaro: lavare con le washball o con sola acqua è uguale. L’efficacia rispetto al detersivo praticamente si riduce a nulla. Le sfere non servono, funzionano poco più di un lavaggio in lavatrice solo con acqua.

Meglio non fidarsi

Non farti convincere dai prodotti che si propongono come “sostituti” dei detersivi: in alcuni casi il prezzo è basso e le promesse di lavare meglio dei detersivi sono allettanti, ma in realtà non vale la pena di spendere un centesimo per le ecoball.

Palline per asciugatrici

Le asciugatrici sono lente nello svolgere il loro compito di rendere il bucato asciutto e pronto allo stiro: ci impiegano dalle due alle quattro ore, ma in media sono almeno due ore e mezza per sei chili di bucato di cotone e da un’ora e quaranta a due ore e quaranta per quattro chili di capi sintetici. Così, tra lavatrice e asciugatrice, si rimane in ballo anche sei, sette ore prima di mettere il bucato nel cesto dello stiro.

Con la promessa di accorciare i tempi di asciugatura e di conseguenza far risparmiare sulla corrente elettrica, i produttori hanno messo in vendita palline in vari materiali, dalla lana alla gomma. Nelle varie community dedicate alle faccende domestiche c’è anche chi si è spinto a consigliare quelle da tennis per lo stesso scopo. Ci sono addirittura alcuni produttori di asciugatrici che ne sostengono le proprietà “magiche”. Si legge sul sito di uno di loro: “Le palline per asciugatrice sono la soluzione perfetta per velocizzare l’asciugatura, che può durare fino al 25% in meno. Com’è possibile?

Semplice, per prima cosa le palline distendono i tessuti eliminando le pieghe che si formano durante il lavaggio e facilitando l’asciugatura. In questo modo non solo risparmi tempo durante l’asciugatura, ma eviti di stirare i capi quando sono asciutti”. Le abbiamo messe alla prova in laboratorio.

I nostri test

Abbiamo messo alla prova diversi tipi di palline per asciugatrici, selezionandone alcune tra quelle vendute dai produttori di elettrodomestici, di accessori per la casa e siti online. Le abbiamo scelte di materiali differenti (plastica, lana, cotone, da tennis) per verificarne l’impatto reale sulla durata dell’asciugatura e i consumi elettrici.

Le prove effettuate sono state due. Per il primo test abbiamo caricato l’asciugatrice con un bucato per il 70% del suo carico massimo. Nel cestello abbiamo messo anche il numero di palline indicato sulla confezione (se non indicato, tre). Il programma impostato è quello più comune, “pronto armadio cotone”. Per asciugare il bucato, con e senza palline, abbiamo usato sempre la stessa asciugatrice (modello AEG a pompa di calore da 8 chili, rappresentativa dei modelli più venduti sul mercato). Promesse mantenute? No. Né la durata dei cicli di asciugatura né i consumi sono diminuiti. Anzi. Ci sono stati dei piccoli aumenti dei consumi (saliti del 4% circa) e anche della durata (da uno a quattro minuti in più).

A questo punto abbiamo reso il compito più facile alle palline perché si compisse la magia, pensando che forse con troppo carico non riuscissero a muoversi abbastanza da accelerare l’asciugatura. Abbiamo quindi provato con due palline di materiale diverso, in plastica e in lana, a eseguire cicli di asciugatura con un carico ridotto a tre chili di bucato, meno della metà di quello usato nella prima prova. Nessuna differenza, anzi, risultati uguali: abbiamo registrato lo stesso lieve aumento di tempi e consumi.

Sono inutili

Le palline sono quindi inutili. Puoi felicemente tenere nel portafoglio quella decina di euro che avresti speso per comprarle.

Bucato e ambiente

Per allungare i tempi di vita dell’asciugatrice e ridurne l’impatto ambientale totale (considerato che l’apparecchio viene ammortizzato in più anni) nonché i consumi, bisogna investire nella manutenzione. L’umidità estratta dai capi viene condensata e raccolta in un serbatoio interno, che deve essere periodicamente svuotato e pulito. A ogni fine ciclo bisogna pulire il filtro per la lanugine, collocato solitamente nella parte bassa dell’elettrodomestico, sotto l’oblò. C’è spesso una spia dedicata che indica quando fare questa operazione. Inoltre, c’è la possibilità per tutti i modelli testati di scaricare l’umidità estratta direttamente in un tubo di scarico per l’acqua.

Inoltre, il prezzo di acquisto delle asciugatrici è diminuito costantemente negli ultimi anni, il che permette di acquistare modelli con classificazione energetica più alta. Basti pensare che, nel 2011, chi voleva acquistare un modello con la massima efficienza energetica avrebbe dovuto spendere mediamente mille euro. Tanto. Oggi acquistare un’asciugatrice in classe A+++ costa in media 680 euro. Mantenendo una buona classe energetica, il prezzo può scendere ancora: per un modello in classe A+ si spendono in media 380 euro, in classe A++ 490 euro.

Per quanto riguarda il lavaggio, invece, soluzioni magiche non ce ne sono. Se ami l’ambiente, non sprecare soldi (alcune ecoball del test arrivano a costare anche 35 euro): usa un buon detersivo alle dosi indicate.