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Liste d’attesa sanità: il nuovo decreto non migliora la situazione

Il decreto vuole assicurare ai cittadini le prestazioni nei tempi previsti dalle priorità indicate in ricetta. Ma nel testo non c’è nulla che non sia già previsto dalle norme in vigore, sebbene siano sempre state disattese. Compreso il cosiddetto “salta coda”, cioè la possibilità di usufruire di visite private al costo del ticket.

06 giugno 2024
Pazienti in attesa in ospedale

Il nuovo decreto approvato il 4 giugno dal Consiglio de Ministri ha previsto alcune misure per garantire lo smaltimento delle prestazioni sanitarie, cioè di visite ed esami, nei tempi previsti dalle priorità indicate nella ricetta. Vediamo quali sono e cosa cambia per i cittadini.

Una premessa, però, è d’obbligo: questo decreto non stabilisce nulla che non sia già previsto dalle norme in vigore. Ribadisce soltanto ciò sarebbe previsto dalle vigenti norme per il governo dei tempi d’attesa, ma che viene spesso disatteso.

Cosa prevede il nuovo decreto

Vediamo punto per punto cosa prevede il decreto e cosa cambia (o non cambia) per i cittadini rispetto allo stato attuale.

Il "salta coda"

La misura simbolo di questo decreto è il cosiddetto meccanismo “salta coda”, cioè la possibilità di ricorrere alle visite private, colo solo pagamento del ticket, se la prestazione non può essere garantita nei tempi previsti. In pratica, se al momento della prenotazione non c’è posto per la visita o l’esame in ospedale, l’Asl dovrà assicurare la prestazione nei tempi previsti - dietro pagamento del ticket - in una struttura privata accreditata oppure dentro l’ospedale ricorrendo alla libera professione dei medici dentro la struttura. 

Cosa cambia per i cittadini: poco o nulla se non saranno messe a disposizione delle risorse aggiuntive (stanziamenti che non possono essere oggetto di un decreto-legge, ma solo di una legge parlamentare). Questa possibilità, infatti, è già prevista dalle norme vigenti che stabiliscono i cosiddetti percorsi di tutela. Ma viene spesso disattesa, perché a decidere se concedere la visita in regime privatistico al costo del ticket sono le stesse Asl che hanno limiti di risorse economiche da stanziare per questa attività.

Prenotazione solo tramite Cup

Il decreto prevede che tutte le agende di prenotazione, sia delle strutture pubbliche sia di quelle private accreditate col servizio sanitario, confluiscano nel Cup, il centro di prenotazione unico regionale. Tra le funzioni del Cup c’è anche il contenimento delle mancate disdette degli appuntamenti presi dai cittadini che non si presentano alla visita o esame (pena il pagamento del ticket) tramite meccanismo di “recall” di verifica.

Cosa cambia per i cittadini: poco. L’ultimo piano nazionale di governo delle liste d’attesa aveva già previsto questo accorpamento.

Esami il sabato e la domenica

Il testo parla della possibilità di estendere al sabato e alla domenica e di prolungare le fasce orarie in cui è possibile fissare gli appuntamenti per visite ed esami nelle strutture pubbliche.

Cosa cambia per i cittadini: poco. La possibilità di prolungare gli orari o di estendere al weekend le face di prenotazioni era già prevista dal Piano Nazionale di Governo delle liste d’attesa 2019-2021 ma non è mai stata sfruttata. Senza stanziamenti ad hoc rischia di rimanere lettera morta.

Pagamento del ticket in caso di disdetta

Sempre nel testo si legge che ai cittadini che non disdicono per tempo un appuntamento a cui non si presentano verrà richiesto il pagamento del ticket (salvo i casi di forza maggiore o impossibilità sopravvenuta).

Cosa cambia per i cittadini: nulla, il pagamento del ticket se si salta l’appuntamento senza dare preavviso è una possibilità già prevista da precedenti disposizioni.

Tempi certi per i pazienti cronici

Il decreto stabilisce “la presa in carico del paziente cronico da parte dello specialista o della struttura sanitaria di riferimento, garantendo quanto previsto nei vari percorsi assistenziali attraverso agende dedicate, nell’ottica di garantire ai pazienti cronici i necessari controlli nei tempi previsti”.

Cosa cambia per i cittadini: nulla. Che i pazienti cronici debbano essere presi in carico dalle strutture sanitarie e dai loro specialisti è già previsto dall’ultimo Piano di Governo delle liste d’attesa. I pazienti cronici non prenotano i controlli previsti, ma la struttura che li prende in carico li dovrebbe fissare direttamente di volta in volta.

Il controllo del Ministero della salute

Il decreto istituisce un organismo di verifica e controllo dell’assistenza sanitaria presso il Ministero della salute, per verificare presso le aziende sanitarie locali ed ospedaliere e presso gli erogatori privati accreditati l’efficienza e l’appropriatezza dell’erogazione delle prestazioni sanitarie e la corretta gestione delle liste di attesa. Anche questo organismo andrà costituito.

Cosa cambia per i cittadini: poco. Esiste già un sistema nazionale di verifica e controllo sull’assistenza sanitaria. Il un nuovo organismo potrà ricorrere anche ai Carabinieri per fare verifiche nelle strutture sanitarie su eventuali disfunzioni nell’attività di prenotazione ma anche questa opportunità non è una novità: verifiche ispettive da parte dei Nas sulle agende chiuse e altre anomalie legate alla prenotazione sono già previste.

Maggiore equilibrio tra pubblico e privato

Nel decreto si esplicita la necessità di mantenere un corretto equilibrio tra attività pubblica e attività privata (intramoenia) nelle strutture sanitarie e ospedaliere pubbliche.

Cosa cambia per i cittadini: nulla, questo principio è stato sancito da una norma del 1992 che vieta che l’attività libero-professionale di ciascun medico dipendente di struttura pubblica superi l’attività da assicurare al servizio sanitario pubblico.

Più personale sanitario

Il decreto, infine, indica la necessità di superare il tetto di spesa per l’assunzione di personale sanitario a partire dal 2025.

Cosa cambia per i cittadini: nulla, se a queste parole non seguirà una legge per stanziare risorse dedicate ad assumere nuovo personale.

Una lettera per far valere i tuoi diritti

Il decreto, così com’è, non aggiunge quasi nulla a quello che sono già dei diritti dei cittadini in tema di visite, esami e ricoveri, sanciti da norme precedenti. Il problema delle liste d’attesa non si risolverà, se non saranno previsti anche dei fondi per rendere concreti, e non solo sulla carta, questi diritti. Altroconsumo si mette a disposizione per aiutare tutti i cittadini che vogliano farli valere fornendo delle lettere da compilare per ogni caso specifico, con tutti i riferimenti normativi necessari e gli indirizzi email di Asl, Regioni e Difensore civico cui inviare la richiesta di essere contattato al più presto per ottenere un appuntamento nei tempi di legge (mettere link)  Con queste lettere si può avere davvero il rispetto dei tempi come testimoniano le tante esperienze positive degli utenti che hanno ottenuto la visita subito dopo l'invio.