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Reddito energetico 2024: cos'è, come funziona e come si richiede

Si tratta di un contributo per le famiglie con Isee inferiore a 15 mila euro (che sale a 30 mila per quelle con almeno 4 figli a carico) che installano impianti fotovoltaici. Dei 100 milioni stanziati per il 2024, quelli destinati alle regioni del sud (80 milioni) sono già esauriti. Per le altre regioni ecco come controllare la disponibilità e come fare domanda.

08 luglio 2024
pannelli fotovoltaici

Cento milioni di euro: è la cifra stanziata dal ministero dell’Ambiente per aiutare le famiglie in condizione di disagio economico che decidono di installare impianti fotovoltaici nelle proprie abitazioni. Tuttavia, in meno di 24 ore dall’apertura della piattaforma per la richiesta, gli 80 milioni di euro stanziati per le regioni del sud (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna) sono andati esauriti.

Rimangono quindi 20 milioni da destinare agli acquisti di impianti fotovoltaici per il resto d'Italia. Per i residenti nelle regioni del centro e del nord dove ancora i fondi non sono esauriti, è possibile controllare la disponibilità residua dei 20 milioni di euro in questa pagina. Il portale verrà chiuso il 31 dicembre 2024 o prima se i fondi dovessero esaurirsi completamente.

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Che cos'è il reddito energetico?

Il reddito energetico è una misura che eroga un contributo per le famiglie in condizione di disagio economico che decidono di installare un impianto fotovoltaico. L’obiettivo è quello di consentire l’accesso agevolato all’energia rinnovabile per le famiglie con Isee basso.

Il contributo viene erogato direttamente all’impresa che realizza l’impianto fotovoltaico che deve presentare domanda congiuntamente al privato che lo installa. Il GSE (Gestore servizi energetici) eroga il reddito energetico con una quota fissa di 2 mila euro più una variabile di 1.500 euro per ogni kW di potenza installata. 

La misura non è nuova in realtà, infatti, esiste già un reddito energetico erogato a livello regionale ma non attivato in tutte le Regioni (vedi i paragrafo più sotto).

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Chi ha diritto a richiederlo?

Il contributo per l’installazione di pannelli fotovoltaici è destinato alle famiglie in condizione di disagio economico: i nuclei familiari con Isee inferiore a 15 mila euro, mentre per le famiglie numerose con almeno 4 figli a carico il limite Isee sale a 30 mila euro.

Si può accedere al reddito energetico una sola volta se si è titolari di un diritto reale valido (proprietà, superficie, enfiteusi, usufrutto, uso, abitazione) su coperture o superfici di edifici, relative pertinenze, o spazi pertinenziali dove andrà realizzato l’impianto fotovoltaico. L‘impianto deve essere in ogni caso realizzato dove il richiedente ha la residenza anagrafica.

Inoltre, bisogna essere intestatari del contratto di fornitura di energia elettrica (questo requisito può essere posseduto anche da un altro componente del nucleo familiare indicato nell’ISEE).

I parametri Isee sono validi in tutto il territorio nazionale, anche se il fondo è stato suddiviso e prevalentemente destinato alle regioni del sud per contrastare la povertà energetica. Il fondo, inoltre, può essere incrementato con un versamento volontario da parte di amministrazioni centrali, Regioni, Province, ma anche organizzazioni pubbliche , realtà no-profit e risorse derivanti dalla programmazione di fondi strutturali o da investimenti europei.

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Dove si fa la domanda per il contributo?

Innanzitutto per presentare la domanda per il reddito energetico occorre avere pronto l’Isee in corso di validità e registrarsi all’Area clienti del GSE. La domanda avviene in due passaggi tramite la richiesta di accesso al beneficio previsto dal Reddito Energetico (prenotazione) e la successiva richiesta di erogazione del contributo in conto capitale (versamento).

Pertanto, la richiesta dovrà essere inviata prima dell'entrata in esercizio dell'impianto fotovoltaico, infatti, la valutazione da parte del GSE delle richieste di accesso alle agevolazioni avviene in ordine cronologico per ogni area geografica di competenza.

Per la compilazione della domanda è necessaria la presenza sia del beneficiario che del realizzatore dell’impianto, che deve essere iscritto all'Area Clienti GSE. Il beneficiario può anche delegare un terzo per la compilazione, eventualmente anche la stessa impresa che realizza l’impianto. Durante la compilazione, bisogna confermare i dati inseriti in fase di registrazione, compilare i dati della fornitura elettrica e dell'impianto fotovoltaico, indicando le spese preventivate ammissibili e la potenza dell'impianto.

I documenti necessari per l'invio della richiesta, da caricare sul portale sono:

  • un documento di riconoscimento del Soggetto Beneficiario;
  • un documento di riconoscimento del titolare ditta/legale rappresentante/procuratore del Soggetto Realizzatore;
  • la Dichiarazione Sostitutiva di Atto Notorio (DSAN) precompilata da scaricare, firmare entrambi e ricaricare sul portale.

Entro 60 giorni dall’invio il GSE comunica a beneficiario e realizzatore l'esito della richiesta ed entro i 12 mesi successivi l'impianto fotovoltaico deve risultare connesso alla rete elettrica ed in esercizio sulla piattaforma GAUDI di Terna.

Entro 60 giorni dall'entrata in esercizio dell'impianto per il quale è stato richiesto l'accesso al beneficio, l’impresa che lo ha realizzato deve inviare la richiesta di erogazione del contributo in conto capitale: il GSE risponde nei 30 giorni successivi indicando l'importo del contributo che sarà erogato all’impresa in conto capitale.

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Quali sono gli impianti ammessi?

Per poter beneficiare del reddito energetico, gli impianti fotovoltaici (la cui convenienza può variare da zona a zona) devono risultare al servizio di unità residenziali appartenenti a nuclei familiari in condizione di disagio economico. Sono ammesse al contributo le unità immobiliari accatastate in classe A ad esclusione di quelle appartenenti alle categorie A1, A8, A9 e A10.

Per ottenere il contributo gli impianti devono avere una potenza nominale compresa tra due e sei kilowatt, o comunque non andare oltre la potenza nominale in prelievo sul punto di connessione. L'eventuale quota di energia eccedente, prodotta e non autoconsumata dal cittadino, viene resa disponibile per 20 anni al GSE (Gestore Servizi energetici), che la utilizzerà per finanziare il “Fondo Nazionale Reddito Energetico".

Infine, gli interventi devono soddisfare le seguenti condizioni:

  • comprendere, per almeno dieci anni, una polizza assicurativa multi-rischi, un servizio di manutenzione e un servizio di monitoraggio delle performance dell'impianto;
  • rispettare i requisiti tecnici definiti nel Regolamento del Fondo;
  • prevedere che l'impianto non entri in esercizio prima della presentazione della richiesta di accesso;
  • prevedere che gli impianti fotovoltaici risultino censiti sul sistema GAUDI di Terna con il “GSE” quale “Utente del Dispacciamento” e il “Ritiro Dedicato” quale regime commerciale di cessione dell’energia;
  • ·non essere realizzati per soddisfare la quota d’obbligo rinnovabile, anche in caso di ristrutturazioni rilevanti degli edifici di cui all’art. 26 del D. Lgs. n. 199/2021;
  • essere collegati a punti di connessione in prelievo (POD) a cui non risultino già connessi altri impianti di produzione di energia elettrica.
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Come funziona il bonus fotovoltaico?

Per chi non rientra nelle casistiche individuate dal Ministero per beneficiare del reddito energetico, rimangono in vigore gli altri bonus, utilizzabili per l’acquisto e l’installazione dei pannelli fotovoltaici. Il bonus casa del 50% permette di recuperare tramite la dichiarazione dei redditi il 50% della spesa sostenuta, senza limiti di reddito o di area geografica. In alternativa, per l’istallazione di pannelli solari termici (non impianti fotovoltaici) si può optare per l’ecobonus del 65%. Infine, in caso di installazione di impianti fotovoltaici nel contesto di una ristrutturazione più ampia che comprenda uno dei lavori trainanti che danno diritto al Superbonus, è possibile beneficiare della detrazione maggiore riconosciuta per questi interventi. In ogni caso queste regole sono in vigore fino a fine 2024.

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Cos'è e come funziona il reddito energetico regionale?

A livello delle singole Regioni è possibile ottenere un contributo a fondo perduto destinato all’installazione dei pannelli fotovoltaici indirizzato alle famiglie a basso reddito. Con questo contributo la copertura dei costi per l’acquisto e l’installazione è quasi a costo zero, ma l’accesso e i requisiti sono differenti a seconda della Regione di appartenenza. L’unico vincolo uguale per tutti è l’obbligo di cedere l’energia in eccesso alla Regione.

Per quali impianti

Se le caratteristiche dei beneficiari variano da Regione a Regione, i requisiti degli impianti finanziabili con il reddito energetico regionale sono univoci per tutto il territorio nazionale, in particolare si tratta di impianti:

  • fotovoltaici con una potenza minima di 1,8 kW e capacità di produrre almeno 1.200 kWh di energia;
  • microeolici che sfruttano la forza del vento per generare energia elettrica, attraverso turbine eoliche di dimensioni ridotte, progettate per l’installazione su edifici o terreni di piccole dimensioni come abitazioni private, aziende o aree rurali;
  • solari termici che utilizzano solitamente pannelli posizionati sul tetto o su altre superfici esposte al sole per catturare il calore da trasformare in riscaldamento, per gli ambienti o per la produzione di acqua calda sanitaria;
  • sistemi di accumulo, come batterie, che consentono di immagazzinare l’energia prodotta in eccesso durante il giorno.

Come fare domanda

I fondi stanziati da ogni Regione sono molto diversi espaziano da 1 milione di euro fino a 100 milioni riconosciuti dal Friuli-Venezia Giulia che, come il Trentino-Alto Adige, pur essendo regioni prevalentemente montuose, hanno capito da tempo l’importanza dell’utilizzo di questa fonte energetica. Bisogna però fare attenzione perché in alcune Regioni potrebbero esser già esauriti.

Anche i requisiti reddituali sono eterogenei, così come i contributi erogati. Per questo motivo è importante che, chi è interessato a installare l’impianto si informi sui siti internet della propria Regione per verificare in modo puntuale requisiti e modalità per presentare la domanda.

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