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Superbonus: salvo lo sconto in fattura per il sismabonus. Cosa succede adesso

Il 26 marzo Governo ha approvato un decreto che mette fine alla cessione del credito per tutti ma salva le zone terremotate. e coloro che hanno già firmato il contratto o iniziato i lavori. Vediamo cosa succede alle singole situazioni.

03 aprile 2024
Operaio con spatola ristruttura un balcone

Con l’ennesimo colpo di scena notturno, il Governo Meloni, martedì 26 marzo, ha approvato senza alcun preavviso un decreto che mette l’ultimo chiodo sulla bara della cessione del credito. Dopo tre giorni, vista la levata di proteste, ha resuscitato lo sconto in fattura per le zone terremotate, con un fondo destinato che fissa il limite di spesa per lo Stato a 400 milioni di euro per il 2024 di cui 70 milioni destinati specificatamente ad Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria per il terremoto del 2009 e del 2016, in pratica è possibile utilizzare lo sconto in fattura fino a esaurimento dei fondi statali.

Sappiamo benissimo che Superbonus e soprattutto cessione del credito hanno creato una voragine nei conti pubblici che stando ai dati di febbraio pubblicati da Enea (l’ente pubblico di ricerca preposto a questi controlli) ammonta a 114,4 miliardi di euro, che saneremo con le nostre tasse nei prossimi anni.

Cerchiamo quindi di capire insieme cosa succede a coloro che si erano salvati dalla precedente scure governativa.

Sconto in fattura e sismabonus

Lo sconto in fattura e la cessione del credito spariscono definitivamente, e anche i pochi che avevano ancora possibilità di utilizzarlo non potranno più accedervi.

Tuttavia, il governo ha deciso di concedere ancora questa opzione per chi accede al sismabonus, in particolare a chi ristruttura gli immobili danneggiati dal sisma:

  • del 6 aprile 2009 che ha interessato le regioni di Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria;
  • del 24 agosto 2016 nel Lazio

Tuttavia, è stato fissato un fondo massimo di 400 milioni di euro da destinare a questa misura, in pratica, chi prima arriva meglio alloggia. Di questi 400 milioni, 70 milioni sono destinati specificatamente agli eventi sismici legati al terremoto del 2009 dell’Aquila.

È prevista una deroga ai limiti appena visti per:

  • i territori colpiti dagli eventi sismici del 2009, dove sia stato dichiarato lo stato di emergenza, per le spese sostenute entro il 2025 che danno diritto alla detrazione del 110%;
  • gli immobili siti nelle Marche, danneggiati dagli eventi metereologici del 15 settembre 2022 per i quali è stato dichiarato lo stato di emergenza.

Infatti, rimane l’opzione dello sconto in fattura per chi entro il 30 marzo ha:

  • ha presentato la CILA e nel caso dei condomini risulta anche adottata la delibera assembleare che approva i lavori;
  • in caso di demolizione e ricostruzione ha già presentato l’istanza per l’acquisto del titolo abilitativo.

Chi non può più usare la cessione del credito?

In particolare, quando il decreto verrà pubblicato in Gazzetta Ufficiale i prossimi giorni, l’opzione per la cessione del credito o lo sconto in fattura sparisce per gli interventi effettuati da cooperative di abitazione a proprietà indivisa, gli Iacp, le Onlus, le organizzazioni di volontariato e le associazioni di promozione sociale. Per questi lavori, sicuramente non sarà più possibile accedere alla cessione del credito per l’inizio di nuovi lavori, a partire dal 30 marzo.

I contratti già firmati si salvano?

Sì, la scure del Governo non si abbatte su chi entro il 30 marzo 2024:

  • ha presentato la CILA per il Superbonus e nel caso dei condomini risulta anche adottata la delibera assembleare che approva i lavori;
  • in caso di demolizione e ricostruzione all’interno del Superbonus ha già presentato l’istanza per l’acquisto del titolo abilitativo;
  • per i lavori diversi dal superbonus, Sismabonus o fotovoltaico, ha presentato la richiesta del titolo abilitativo se necessario oppure abbia già iniziato i lavori o, se non sono ancora iniziati abbia già firmato un accordo vincolante con il fornitore e abbia versato un acconto.

Attenzione però se entro il 30 marzo non è stata sostenuta nessuna spesa per lavori già effettuati, non valgono le eccezioni appena viste.

Nuova stretta sulle barriere architettoniche

Un ulteriore stretta riguarda il bonus barriere architettoniche che era stato pesantemente rivisto lo scorso dicembre, con l’intento di metter fine all’utilizzo improprio di un’agevolazione nobile. Infatti, dal 30 marzo viene meno la possibilità di accedere alla cessione del credito , mentre rimane questa opzione solo per chi:

  • ha già presentato la richiesta di titolo abilitativo, se necessario;
  • ha già iniziato i lavori o abbia stipulato un contratto vincolante con il fornitore e abbia versato un acconto.

Le comunicazioni per la cessione scadono il 4 aprile

Entro il 4 aprile vanno comunicate le cessioni dei crediti fatte nel 2023 all’Agenzia delle entrate, questo giorno sarà quindi l’ultimo utilizzabile da chi ha effettuato lavori lo scorso anno con lo sconto in fattura o con la cessione del credito.

Infatti, nonostante fosse stata data la possibilità di salvarsi presentando la comunicazione entro il 15 ottobre pagando la sanzione di 250 euro, con la così detta remissione in bonis, il Governo ha deciso di chiudere tutto il 4 aprile.

Nuovi obblighi di comunicazione ad Enea

Un’ulteriore importante novità riguarda una nuova comunicazione da effettuare per i lavori legati al Superbonus, in assenza della quale scatta una multa da 10 mila euro.

Sono obbligati ad effettuare la nuova comunicazione coloro che:

  • entro il 31 dicembre 2023 non hanno terminato i lavori e hanno presentato la comunicazione di inizio lavori asseverata o l’istanza di acquisizione del titolo abilitativo previsto per la demolizione e ricostruzione degli edifici;
  • hanno presentato la comunicazione di inizio lavori asseverata o l’istanza di acquisizione del titolo abilitativo previsto per la demolizione e ricostruzione degli edifici a partire dal 1° gennaio 2024.
  • Non pagano la multa da decadono dall’agevolazione entro il 30 marzo non ha ancora fatto la comunicazione di inizio lavori asseverata o ha presentato istanza per ottenere il titolo abilitativo in caso di demolizione e ricostruzione.

Cosa deve contenere la comunicazione ad Enea?

In particolare, la comunicazione deve contenere:

  • i dati catastali relativi all’immobile oggetto degli interventi;
  • l’ammontare delle spese sostenute nel 2024 alla data di entrata in vigore del decreto;
  • l’ammontare delle spese che prevedibilmente saranno sostenute successivamente, negli anni 2024 e 2025;
  • le percentuali delle detrazioni spettanti;

Stop ai bonus per chi ha cartelle esattoriali

Per seguire il principio del “prima i debiti poi i crediti” il Governo ha fissato una nuova regola per la quale chi possiede cartelle esattoriali di importo complessivo superiore a 10 mila euro, deve compensarle con eventuali crediti d’imposta derivanti dalla cessione e inseriti nella piattaforma dell’Agenzia delle entrate. 

Le cartelle da compensare devono aver già superato il trentesimo giorno dalla scadenza dei termini per il pagamento, non deve esserci stato nessun provvedimento di sospensione delle stesse o esser decaduto il piano di rateazione.

In pratica, chi vanta un credito ottenuto tramite la cessione della detrazione relativa al superbonus deve prima scalarlo dalla cartella esattoriale.