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Quanto costa comprare a rate? Nei negozi scarsa trasparenza su costi e condizioni

Comprare a rate? Nei negozi difficile capire quanto ci costa: tante parole, nessun documento di legge. Lo dice la nostra inchiesta in 200 punti vendita di dieci città. Guarda il video con telecamera nascosta.

  • articolo di
  • Adelia Piva
11 giugno 2019
  • articolo di
  • Adelia Piva
Aumentano i costi dei conti correnti: è il momento di cambiare

A distanza di due anni dalla nostra ultima inchiesta sugli acquisti a rate nei negozi nulla è cambiato: scarsa trasparenza su costi e condizioni del prestito. I commessi non danno le informazioni per scegliere in maniera consapevole il finanziamento. Bisogna fidarsi di quello che dicono a voce o scritto malamente sul volantino pubblicitario o ancora su un pezzo di carta volante. Infatti, in otto negozi su dieci non consegnano l’informativa precontrattuale prevista dalla legge (Secci) che riporta costi e condizioni del prestito. Infatti, vi sono indicati il Taeg (il costo finale del prestito comprensivo di tutte le spese) e i nostri diritti e doveri, come la possibilità di cambiare idea entro 14 giorni dalla firma del contratto o di rimborsare il prestito in anticipo senza penali. È quanto emerso nella nostra inchiesta in 200 punti vendita di dieci città lungo tutto lo Stivale (Milano, Brescia, Bergamo, Torino, Genova, Bologna, Roma, Napoli, Bari, e Verona) dove siamo andati come potenziali clienti interessati a comprare a rate un mobile, un elettrodomestico, un prodotto hi-tech…

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L’informativa precontrattuale? Dopo la firma del contratto

Alla cassa o addirittura nel box dedicato ai finanziamenti i commessi ripetono in maniera confusa la lezioncina che probabilmente la finanziaria gli ha fatto. Se chiedi proprio il Secci ti guardano come un alieno. Oppure si scocciano. Si affannano a cercarlo sul computer dove, per motivi misteriosi, non lo trovano, non si può stampare, lo possono dare solo con tutti i dati, la busta paga, il codice fiscale, la carta d'identità... Stiamo parlando di un preventivo ed è un obbligo di legge consegnarlo. «Glielo diamo quando sottoscrive il finanziamento», è la risposta standard. Quindi, quando non serve più. In pratica dobbiamo sottoscrivere un prestito di cui non conosciamo costi e condizioni. Non solo. Nel 34% dei negozi visitati il Taeg comunicato era sbagliato. Infine, in nessun negozio abbiamo recuperato il contratto di finanziamento, anche dietro esplicita richiesta: «Lo avrà quando firma». Eppure, sui loro siti i negozi raccomandano proprio di chiedere l’informativa precontrattuale quando si va nel punto vendita: “Per le informazioni precontrattuali richiedere sul punto vendita il documento "Informazioni europee di base sul credito ai consumatori" (SECCI) e copia del testo contrattuale.” Sulla carta tutto a norma di legge. Nei punti vendita purtroppo no. Guarda il video con camera nascosta in alcuni dei negozi della nostra inchiesta.

La responsabilità è delle finanziarie

Per legge sono le finanziarie che devono consegnare al cliente l’informativa precontrattuale attraverso i negozi. Quindi, la responsabilità non è degli addetti alla vendita, ma delle finanziarie che devono investire nella loro formazione. Lo fanno? In che modo? Di sicuro, c'è molto da lavorare vista la grande confusione nei negozi emersa dalla nostra inchiesta. Anche perché il finanziamento è un elemento che condiziona la scelta d’acquisto. L’offerta dei volantini attira, ma bisogna avere in mano un vero preventivo (il Secci) per valutare se la rata è sostenibile per il bilancio familiare. Così, ad esempio, se il tasso è a doppia cifra, magari deciderò di rimandare l’acquisto per poterlo fare in contanti oppure valuterò se la mia banca mi fa un tasso migliore se chiedo un prestito personale.

Verifica il Taeg

Prima di sottoscrivere un contratto di finanziamento quindi meglio chiedere il Secci e verificare che il Taeg sia giusto. Valuta anche se non ti conviene di più un prestito personale.