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Rifiuti: il virus influenza la raccolta differenziata

Un forte aumento dei rifiuti ospedalieri e una crescita dell’usa e getta anche tra le mura domestiche: la pandemia sta avendo una ricaduta anche sulla raccolta differenziata. Ecco cosa dobbiamo fare per restare in sicurezza e continuare a rispettare l’ambiente.

  • Con il contributo esperto di
  • Claudia Chiozzotto
  • articolo di
  • Beba Minna
17 aprile 2020
  • Con il contributo esperto di
  • Claudia Chiozzotto
  • articolo di
  • Beba Minna
raccolta differenziata

Tra le tante abitudini quotidiane cambiate in questo tempo di emergenza, c’è anche il nostro rapporto con la raccolta differenziata, condizionato da alcune regole stringenti stabilite dalle autorità sanitarie e da nuovi stili di vita. Nelle nostre case produciamo più rifiuti perché vi trascorriamo molto più tempo. In particolare, è destinata ad aumentare la frazione di rifiuti indifferenziati perché le precauzioni per limitare i contagi ci costringono a utilizzare più prodotti usa-e-getta: mascherine per uscire di casa, guanti monouso per fare la spesa, ma anche prodotti come carta casa, salviette… E poi più detersivi per la pulizia della casa. Questi sono solo alcuni esempi dei comportamenti che fanno lievitare la produzione di rifiuti domestici in queste settimane di emergenza sanitaria, destinati molto probabilmente a perdurare anche nei prossimi mesi, la cosiddetta fase 2.

Calano molti rifiuti urbani

Nell’insieme, non è detto che la produzione di rifiuti urbani aumenti, perché in tempo di lockdown sono chiuse molte attività per le quali noi cittadini produciamo rifiuti in quanto clienti o fruitori: uffici, bar, ristoranti, mense, palestre, scuole, negozi, mercati rionali… sono alcune delle tante attività che per il periodo di chiusura non contribuiscono direttamente alla produzione di rifiuti. Anche i rifiuti raccolti dallo spazzamento delle strade e dallo svuotamento dei cestini sono ovviamente ridotti in queste settimane di bassa frequentazione di strade e marciapiedi. Per non parlare della diminuzione di rifiuti legati al trasporto passeggeri di treni, aerei e trasporto pubblico locale.

Il grande carico dei rifiuti ospedalieri

Poi ci sono i rifiuti sanitari che, con i tanti dispositivi di protezione per il personale che lavora in ospedale, in questo periodo sono decisamente aumentati. Per i cittadini parliamo solo di guanti e mascherine, ma per i sanitari sono enormi le quantità di dispositivi di protezione che vengono usati in questi mesi e che devono necessariamente essere buttati via dopo ogni utilizzo.

Le regole se non si è positivi o in quarantena

La maggior parte dei cittadini non affetta dal virus può continuare a fare la raccolta differenziata come ha sempre fatto finora, separando correttamente i diversi rifiuti (organico, carta, plastica, vetro, lattine ecc.). La novità riguarda solo fazzoletti di carta, guanti e mascherine, che vanno buttati nella raccolta indifferenziata con qualche accorgimento. In sintesi, chi non è positivo al Covid può continuare a fare la raccolta differenziata, con l’unica precauzione di gettare fazzoletti, guanti e mascherine nel sacco della frazione secca e di chiuderlo bene.

Ecco le istruzioni impartite dall’Istituto superiore di sanità:

  • Metti i rifiuti a rischio, che potrebbero essere contaminati, nell’indifferenziato utilizzando due o tre sacchetti possibilmente resistenti (uno dentro l’altro) all’interno della pattumiera che usi abitualmente.
  • Chiudi bene il sacchetto dei rifiuti indifferenziati e gettalo come fai di solito nel contenitore per la raccolta del nero.

Se sei positivo o in quarantena obbligata

Sono molto diverse, invece, le regole per chi è positivo al virus o in un periodo di quarantena. Se è la persona positiva stessa che si occupa della raccolta dei rifiuti, deve maneggiare i sacchi indossando guanti e deve farli conferire ai bidoni condominiali adottando tutte le cautele.

  • Non si deve più fare la raccolta differenziata domestica. Tutti i rifiuti (plastica, vetro, carta, umido, metallo) vanno gettati nello stesso contenitore utilizzato per la raccolta indifferenziata.
  • Si devono utilizzare anche in questo caso due o tre sacchetti uno dentro l’altro da buttare all’interno del contenitore utilizzato per la raccolta indifferenziata, se possibile a pedale in modo da non toccare il coperchio con le mani.
  • Anche i fazzoletti o i rotoli di carta, le mascherine, i guanti, e i teli monouso vanno gettati nello stesso contenitore per la raccolta indifferenziata.
  • Indossando guanti monouso bisogna chiudere bene i sacchetti senza schiacciarli con le mani utilizzando dei lacci di chiusura o nastro adesivo.
  • Una volta chiusi i sacchetti, i guanti usati vanno gettati nei nuovi sacchetti preparati per la raccolta indifferenziata. Subito dopo bisogna lavarsi le mani.
  • È opportuno smaltire i rifiuti ogni giorno.
  • Gli animali da compagnia non devono accedere nel locale in cui sono presenti i sacchetti di rifiuti.

Queste misure servono ad evitare che i rifiuti diventino veicolo di propagazione del virus e anche a proteggere, per quanto possibile, gli operatori che effettuano la raccolta dei rifiuti e che lavorano lungo la filiera di trattamento dei rifiuti.

Con l’emergenza gli inceneritori sono in piena attività

Lo scenario di smaltimento dei rifiuti in tempo di Covid è molto negativo per l’ambiente e per il riciclo: ove possibile, va tutto all’inceneritore senza passaggi intermedi. Le autorità sanitarie prescrivono infatti che i rifiuti indifferenziati vengano gestiti come da procedure vigenti sul territorio, evitando la loro manipolazione (ad esempio per la separazione e selezione dei diversi materiali, come avviene in alcuni impianti di trattamento). Negli impianti di termodistruzione dovrà essere privilegiato l’incenerimento senza alcun pretrattamento o ulteriore selezione. Anche i rifiuti sanitari devono per forza prendere la strada dell’inceneritore, con conseguente sovraccarico degli impianti esistenti. Gli inceneritori in Italia sono concentrati soprattutto al nord, dove si trovano 26 impianti sul totale nazionale di 38 impianti operativi, in particolare in Lombardia e in Emilia Romagna. Nelle regioni del centro-sud senza inceneritori, la maggiore produzione di rifiuti indifferenziati dovrà essere assorbita dalle discariche.

Stop all’esportazione di rifiuti

I flussi di rifiuti, infine, in questa fase di lockdown per molti Paesi, trovano sbarrata anche la strada dell’esportazione, con ripercussioni sulla filiera di raccolta e stoccaggio, già da tempo in difficoltà nel nostro paese. Il ministero dell’Ambiente è intervenuto con una circolare per affrontare le forti criticità di queste settimane e per dare a regioni e province autonome la possibilità di emanare ordinanze urgenti per la gestione speciale dei rifiuti sul proprio territorio. Gli obiettivi del provvedimento sono di consentire agli impianti la gestione di eventuali sovraccarichi, evitare il rischio concreto di interruzione del servizio e di assicurare, allo stesso tempo, l’adeguata protezione dei lavoratori del settore dei rifiuti.

 

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