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Igiene del pollo: batteri rischiosi in oltre la metà dei prodotti analizzati

In 22 dei 40 prodotti confezionati e sfusi testati abbiamo trovato Campylobacter e Salmonella infantis, microrganismi tollerati dalla legge ma che comunque non dovrebbero essere presenti nel nostro cibo, perché potenzialmente pericolosi per la salute. Per proteggersi bisogna cuocere bene la carne e lavare attentamente mani e utensili in cucina. Bene i risultati su Enterobatteriacee, Escherichia coli, Staphilococchi coagulasi-positivi.

  • articolo di
  • Stefania Villa
21 luglio 2022
  • articolo di
  • Stefania Villa
polli

La carne di pollo è tra le più apprezzate, merito della sua economicità e della buona reputazione delle carni bianche, fonte di proteine di alta qualità, con pochi grassi e da preferire alle carni rosse, più problematiche per la salute e per l'ambiente.

C’è però un aspetto della carne di pollo a cui va data più attenzione, come dimostrano anche le nostre analisi: l’igiene. L’elevata densità di capi negli allevamenti e le piccole dimensioni degli animali richiedono infatti cure particolari: la contaminazione può avvenire lungo tutta la filiera, dall'allevamento alla macellazione (carne contaminata da contenuto intestinale), dalla lavorazione al trasporto e dipendere anche dalla temperatura di conservazione e dai tempi di giacenza sugli scaffali.

Abbiamo acquistato 40 campioni di pollo in supermercati, discount, macellerie e mercati, a Milano e Roma: in 22 petti di pollo - oltre la metà dei 40 analizzati, il 55% - abbiamo rilevato Campylobacter o Salmonella infantis; si tratta di batteri la cui presenza è tollerata dalla legge, ma che comunque a nostro parere non dovrebbero essere presenti nel nostro cibo, perché potenzialmente pericolosi.

Tutti i risultatiper ogni prodotto, sono nell’inchiesta pubblicata su Altroconsumo Inchieste (in cui troverete anche l’approfondimento su sostenibilità e benessere animale nella produzione di pollo, con le Ong per i diritti animali e i produttori di pollo a confronto).

I risultati delle analisi

Ben 15 dei 40 campioni analizzati (il 38%) contenevano Campylobactersette petti di pollo (il 18%) contenevano invece Salmonella infantis: si trattava sia di prodotti confezionati che sfusi, sia da allevamento intensivo che biologico, sia economici che costosi.

Campylobacter Salmonella infantis sono batteri patogeni, cioè che portano problemi di salute (febbre, nausea, diarrea ecc.) e che generalmente dipendono da contaminazioni fecali nella macellazione, ma la loro presenza è tollerata dalla legge (le salmonelle vietate sono di altri tipi più dannosi e, per il Campylobacter, si prevedono limiti solo nel processo produttivo, non nel prodotto finale).

Questi microrganismi possono essere eliminati con una buona cottura della carne e lavando mani e utensili, per non contaminare altri cibi che poi si mangiano crudi (vedi le regole per l’igiene in cucina). In ogni caso la loro presenza - tollerata o meno dalla legge che sia - resta potenzialmente pericolosa per la salute e la filiera dovrebbe fare di più per evitarla (per questo, nelle tabelle che trovate all'interno dell'articolo, abbiamo dato una stella su cinque ai campioni interessati).

La Listeria, altro patogeno, era presente in sei prodotti ma in quantità minime, senza effetti sulla salute (abbiamo dato tre stelle ai prodotti coinvolti in questo caso, la sufficienza).

Oltre ai patogeni, abbiamo cercato anchebatteri indice del grado di pulizia (Enterobatteriacee, Escherichia coli, Staphilococchi coagulasi-positivi), cosiddetti Indicatori di igiene: i risultati, in questo caso, sono stati tutti ottimi (in questo contenuto spieghiamo cosa sono tutti i batteri ricercati e parliamo di zoonosi, ovvero le malattie trasmissibili direttamente o indirettamente all’uomo sia da animali infetti che tramite il consumo di cibi contaminati).