News

Bike sharing: indagine su tariffe e qualità del servizio in città

Indagine in 8 città sui servizi di bike sharing: 25 euro la cifra più conveniente per gli abbonamenti settimanali. Abbiamo anche chiesto un parere ai cittadini: soddisfatti solo in 3 città su 10.

  • articolo di
  • Sonia Sartori
09 luglio 2020
  • articolo di
  • Sonia Sartori
parcheggio bike sharing

Abbiamo rilevato nel mese di maggio le tariffe dei principali operatori di bike sharing italiani in otto città (Milano, Torino, Genova, Bologna, Firenze, Verona, Roma, Palermo). Dalla nostra indagine emerge che l'offerta di servizi di bike sharing è molto disomogenea da città a città sia per le tariffe sia per i servizi come il numero di biciclette disponibili.

La bici in sharing: cara ma con l’abbonamento si risparmia

Il bike sharing in molte città non è economico: è quello che emerge dalla nostra inchiesta. Abbiamo rilevato le tariffe ipotizzando un utilizzo del servizio per due volte a settimana per 10 minuti ogni volta. Abbiamo poi applicato questo tempo di utilizzo a due scenari: l'abbonamento annuale e l'uso saltuario a consumo. Nel caso di utilizzo assiduo, gli abbonamenti, soprattutto quelli annuali, risultano particolarmente convenienti. È il caso di ToBike a Torino e BiciPa a Palermo. Roma invece ha la maglia nera per essere la più costosa: Jump non prevede un abbonamento annuale ma solo settimanale, quindi usato due volte la settimana per dieci minuti viene a costare per 40 settimane ben 200 euro. Per l’uso saltuario, invece, la formula più conveniente è quella di Mobike, presente a Milano, a Bologna e a Firenze. A Genova Mobike è un bike sharing pubblico, con una tariffa a consumo di 50 centesimi per 20 minuti, che si pagano ugualmente anche se si usa la bici per dieci minuti. È la tariffa a consumo più alta. In generale, se si utilizza con molta frequenza il bike sharing conviene sempre fare l'abbonamento.

Bocciata la qualità del servizio di bike sharing

Sono molti i ciclisti che si dichiarano insoddisfatti. Tra settembre e ottobre del 2019 abbiamo chiesto a un campione di 3.832 persone, in dieci città italiane, come si muovono e se usano la bicicletta. I cittadini soddisfatti del bike sharing della loro città sono pochi: nei giudizi dei ciclisti solo Milano, Bologna e Firenze superano la sufficienza. Verona la raggiunge a mala pena, per Torino il giudizio è leggermente insufficiente mentre a Palermo, Roma e Genova la soddisfazione per il servizio è bassissima. Dalla nostra indagine emerge tutta l'insoddisfazione dei cittadini per le condizioni in cui si trovano a pedalare: traffico, cattive condizioni del manto stradale, poche piste ciclabili, inquinamento per il numero di auto.  Il servizio di bike sharing può funzionare solo se è parte di una strategia complessiva di promozione della mobilità sostenibile e quindi anche della bicicletta. In parole povere, interventi urbanistici di messa in sicurezza, ad esempio degli incroci stradali, ma anche le zone a velocità limitata a 30 km all'ora. Inoltre deve prevedere un piano per diminuire le auto in circolazione e altri interventi per rendere le strade più sicure e meno inquinate. Solo in questo modo si incentiva l'uso della bicicletta.

Pedalate sicuri

  • Per evitare incidenti, i ciclisti devono farsi notare dagli automobilisti. Quindi è importante di sera accendere le luci e usare tutti i dispositivi di protezione (in alcuni casi obbligatori per legge) come i giubbotti catarifrangenti. Scopri come comportarti in caso di incidente con la bici.
  • Indossate sempre il casco (il consiglio vale anche se utilizzi un monopattino elettrico), perché in caso di caduta sarete protetti. Altroconsumo si è sempre battuta perché il casco diventasse obbligatorio per i ciclisti di età inferiore ai 14 anni, nella speranza che questo potesse influenzare anche gli adulti, inducendoli a utilizzarlo regolarmente, come è avvenuto per i caschi da sci.
  • Quando viaggiate su due ruote, è importante rispettare la segnaletica delle piste ciclabili.

Guarda il video con i risultati dell'inchiesta:

Precisazione

Con riferimento all’articolo pubblicato sul numero 349 di Inchieste, l’azienda Movi (che ha rilevato l’azienda Mobike) ci informa che il servizio da loro gestito (Movy by Mobike) non è presente nella città di Genova. In effetti, nel capoluogo ligure è presente un servizio denominato sempre Mobike ma gestito da Genova Parcheggi (società legata al Comune). Tutte le informazioni riportate sono dunque da intendersi riferite a quest’ultima.