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Medicare correttamente le ferite per evitare di incorrere in complicazioni

Le ferite di diverso tipo, se non correttamente trattate, possono andare incontro a problemi che compromettono il processo di guarigione. In caso di piccole ferite, è sufficiente una buona pulizia e coprirle con un cerotto o una garza per farle guarire senza complicanze. Per quelle più profonde meglio affidarsi a personale medico e paramedico.

17 aprile 2024
mani applicano cerotto sulla ferita

È facile tagliarsi con un coltello mentre prepariamo il cibo, o sbucciarsi il ginocchio a seguito di una caduta. Le ferite più comuni sono superficiali, cioè limitate agli strati esterni della pelle, e necessitano di un po' di tempo e di una semplice automedicazione per guarire senza complicazioni. Quando invece le ferite sono più profonde e raggiungono i tessuti e gli organi sottostanti, la medicazione richiede la mano di un esperto. Fattori come la causa, la sede e la profondità della lesione, incidono sulla pericolosità della ferita.

I piccoli disturbi invece, quelli non gravi e di cui talvolta si soffre, possono essere prevenuti o risolti con piccoli accorgimenti. Scopri come con la nostra guida "Piccoli disturbi". Richiedila gratuitamente con il codice VA24040.

Cos’è una ferita e come si presenta

La ferita è una lesione del tessuto cutaneo che ne causa la perdita d’integrità e può portare alla fuoriuscita di sangue. Le cause possono essere di vario tipo: fattori termici (ad esempio scottature e ustioni), fattori meccanici (ad esempio tagli, lacerazioni, interventi chirurgici), ma anche malattie che interessano la pelle (ad esempio eczema o psoriasi) o di altro tipo (es. diabete). I segni e i sintomi dipendono dalla sede della ferita, dalla profondità e dall'agente che l’ha causata.

Le ferite si distinguono in aperte o chiuse, a seconda se il tessuto sottostante è esposto o meno all’ambiente esterno. A seconda della profondità, si distinguono in superficiali, quando interessano gli strati più superficiali della cute, come ad esempio l’escoriazione o abrasione (si verifica quando la pelle sfrega contro una superficie ruvida, e porta o meno a fuoriuscita di sangue), lacerazione (provocata da oggetti taglienti e si presenta con bordi irregolari), contusioni o lividi (dovute all’accumulo di sangue sotto la pelle).

Leggi i nostri consigli su come trattare lividi ed ematomi.

Al contrario si definiscono ferite profonde o penetranti quando sfondano l'intero spessore della cute e interessano i tessuti se organi sottostanti, come ad esempio ferite da taglio, ferite chirurgiche o ferite da arma da fuoco ecc. 

In generale, le ferite si presentano con dolore, arrossamento, gonfiore, in alcuni casi con sanguinamento e perdita o compromissione temporanea della funzionalità dell'area ferita. I sintomi possono includere febbre, drenaggio di pus maleodorante e calore, soprattutto in caso di infezione.

La dimensione, la profondità della ferita ma anche la presenza o meno di infezione influenzano il processo di guarigione, ossia la capacità del nostro organismo di riparare il tessuto leso. Generalmente le ferite superficiali guariscono spontaneamente seguendo alcuni semplici accorgimenti, in meno di una settimana, a meno che non si infettino, in quei casi l’infezione potrebbe ritardare i tempi di guarigione.

A quali complicanze può andare incontro una ferita

La pelle, l'organo più esteso del corpo umano, svolge un ruolo di difesa estremamente importante per proteggere gli organi interni dai traumi e colpi, oltre che da tossine, raggi UV e microrganismi. La perdita di integrità del tessuto cutaneo a seguito di tagli, graffi, ustioni espone dunque il nostro corpo a vari fattori ambientali (microrganismi, raggi UV, allergeni ecc) mettendolo a rischio. Il processo di guarigione è dunque una fase molto importante per evitare che la ferita abbia conseguenze pericolose per la nostra salute.

Le complicanze più comuni della ferita

Le ferite superficiali guariscono spontaneamente, solitamente nell’arco di una settimana; tuttavia, se non vengono curate con attenzione possono andare incontro a complicanze che ritardano il normale processo di guarigione o lasciano segni visibili. Tra le complicazioni di una ferita ci sono:

Infezione: l'infezione ritarda il processo di guarigione della ferita per questo è importante riconoscerne i sintomi. Una ferita infetta si presenta con pus, cattivo odore, dolore sordo e pulsante, gonfiore e calore nel sito della ferita. In alcuni casi può subentrare anche la febbre. L’infezione si distingue dall’infiammazione, che fa parte del normale processo di guarigione ed è caratterizzata dai classici segni di rossore, da lieve dolore e gonfiore. 

Cicatrice: è il segno visibile della riparazione del tessuto lesso messo in atto dal nostro organismo: nuovo tessuto fibroso è prodotto per ristabilire la continuità della cute nella zona in cui è stata interrotta e completare il processo di guarigione della ferita. Le cellule rigenerate hanno caratteristiche diverse dalla pelle circostante, particolarmente visibile nelle fasi iniziali in cui appare più rossa. La dimensione e la visibilità di una cicatrice dipendono dalla ampiezza e profondità della ferita ma anche dalla capacità del nostro organismo di riparare la lesione.

Dunque, meglio evitare intoppi e cercare di mantenere la ferita pulita e isolata, in modo da evitare infezioni e favorire il processo di guarigione.

Come medicare da soli una piccola ferita

In caso di ferite superficiali, è sufficiente l’automedicazione adottando semplici precauzioni. In caso di ferite profonde, invece, è necessario l'intervento di personale medico o paramedico.

La medicazione è una fase importante in quanto può probabilmente avere un impatto significativo sulla velocità di guarigione della ferita, sul ripristino della funzione della pelle e sull'aspetto estetico della cicatrice risultante:

  • Lavati le mani con acqua e sapone, per evitare di contaminare la ferita con microbi. Un’alternativa all’utilizzo di acqua e sapone, se necessario, sono gli igienizzanti mani a base alcolica.
  • Pulisci la ferita. Utilizza abbondante acqua fredda o tiepida per pulirla da eventuali residui o corpi estranei come terra, fibre di tessuto, schegge di legno, polvere. Puoi usare anche un sapone o detergente neutro per rimuovere lo sporco e i batteri. Meglio sottoporre la ferita a un getto di acqua corrente che aiuta la rimozione di eventuali detriti penetrati nella lesione in alternativa irrorala con soluzione fisiologica attraverso una siringa.
  • Ferma l'emorragia in caso di tagli, esercitando una leggera pressione sulla ferita usando un panno pulito o una garzaper avvicinare i margini della ferita. Mantieni la pressione per uno o due minuti o fino a quando l'emorragia non si ferma.
  • Disinfetta con un antisettico per uso topico nel caso non ci sia acqua potabile o la ferita sia stata causata o a contatto con materiale potenzialmente contaminato o per trattare una ferita che presenta segni di infezione (pus, rossore, gonfiore, calore e dolore).
  • Non usare creme o pomate antibiotiche di propria iniziativa, potrebbero irritare ulteriormente la pelle e contribuiscono allo sviluppo della resistenza agli antibiotici.
  • Copri la ferita: dopo averla pulita, asciugala con un panno pulito o una garza, coprila con una garza o un cerotto adesivo, sono strumenti utili per mantenere pulita la ferita e isolarla dall’ambiente esterno.
  • Cambia la medicazione: cambia il cerotto o la garza ogni giorno, e tutte le volte che si bagna, si rompe, si inumidisce o si sporca, in modo da mantenere la ferita pulita durante la guarigione.
  • Osserva la ferita: se noti eventuali segni di infezione, rivolgiti a un medico.

Attenzione al disinfettante da usare sulla ferita

Nel caso di piccole ferite superficiali, che possono essere gestite a casa senza andare al pronto soccorso, è importante sapere che non devono essere impiegati disinfettanti come l’alcol (da usare solo per disinfettare la pelle intatta, ad esempio prima di una iniezione). Deve, invece, essere utilizzato un disinfettante antisettico in grado di limitare lo sviluppo di microorganismi potenzialmente pericolosi. La disinfezione è necessaria, in assenza di acqua potabile, perché le ferite compromettono la funzione della pelle di agire come una barriera protettiva, che impedisce l'ingresso di microorganismi in grado di provocare infezioni (patogeni).

In commercio vi sono vari tipi di antisettici che si differenziano per il principio attivo o per la sua concentrazione (che prevede usi diversi): iodopovidone (ad esempio Betadine), cloramina (Euclorina 2.5 g polvere solubile), sodio ipoclorito (ad esempio Amukina med), cloroxilenolo (ad esempio Neomercurocromo), clorexidina (ad esempio Clorexan), acqua ossigenata ecc. Possono essere farmaci da banco, presidi medico-chirurgici o dispositivi medici. Prestare particolare attenzione a evitare i disinfettanti che indicano la dicitura "Da non usare sulla cute lesa".

Attenzione: nomi uguali, disinfettanti diversi

Per motivi commerciali le aziende che li producono usano lo stesso nome per disinfettanti diversi. Per es. il marchio Amuchina racchiude una gamma di prodotti a base di ipoclorito di sodio, ma con concentrazioni diverse, previsti per usi differenti (dalla disinfezione di ferite al trattamento di frutta e verdura). Sia il nome Neomercurocromo sia Euclorina includono prodotti a base di princìpi attivi diversi. Questo può provocare errori da parte dei consumatori, soprattutto se le confezioni sono simili.

L’acqua ossigenata rappresenta un’ottima scelta, può essere usata sulla pelle lesionata ed è economica, da non comprare in confezioni troppo grandi per evitare di conservarla troppo a lungo dopo l’apertura del flacone.

Perchè è importante coprire la ferita

Per favorire il processo di guarigione è necessario coprire la ferita in modo da creare una barriera che la protegga da polvere, luce solare, microrganismi (batteri, funghi ecc), colpi meccanici e sporco, ma nel contempo assicuri lo scambio di gas necessario per la normale cicatrizzazione. Solitamente si applica un comune cerotto, o in alternativa una garza pulita.

Il cerotto classico si presenta come una striscia solitamente in plastica (ma sono disponibili altre varianti a seconda delle esigenze del consumatore) che presenta nella parte interna un pezzo di tampone , da posizionare sulla ferita, e due lembi adesivi alle estremità.

Per assolvere alle sue funzioni e nello stesso tempo non rappresentare un rischio aggiuntivo, il cerotto deve essere:

  • in grado di mantenere un buon tasso di umidità nel sito della ferita, rimuovendo al contempo l'essudato in eccesso
  • privo di particelle e contaminanti tossici per la ferita
  • non allergenico
  • in grado di proteggere la ferita da ulteriori traumi
  • rimosso senza causare traumi alla ferita
  • impermeabile ai batteri
  • termicamente isolante
  • permette lo scambio gassoso
  • confortevole e conformabile (non essere aderente alla ferita ma essere flessibile e elastico, e facile da rimuovere)
  • relativamente conveniente, in modo da garantire il giusto ricambio

Come si applica correttamente un cerotto

  • Prima di applicare un cerotto bisogna pulire e asciugare la ferita e la pelle circostante (vedi paragrafo: Come medicare da soli una piccola ferita)
  • scartare il cerotto e tenerlo per le strisce protettive con il lato del tampone rivolto verso il basso
  • staccare le strisce, ma non rimuoverle
  • posizionare il tampone sulla ferita, tirare via le strisce e premere i bordi del cerotto verso il basso
  • I cerotti dovrebbero essere sostituiti ogni volta che si sporcano, si bagnano o si inumidiscono, si rompono (in questi casi, infatti, perderebbero la funzione di barriera). La frequenza con cui cambiarlo dipende dal tipo di ferita (profondità, dimensione, segni di infezione ecc), in generale potrebbe essere necessario un cambio di almeno una volta al giorno.

Cerotti: dispositivi medici di classe 1

I cerotti classici per ferita sono destinati a essere utilizzati come barriera meccanica per la compressione o l'assorbimento degli essudati. Per legge sono classificati come dispositivi medici di classe 1 (LA CLASSE identifica il grado di rischio in una scala da 1 a 3), quindi sono dispositivi a basso rischio come lo sono gli occhiali correttivi.

Pur essendo classificati come dispositivi di classe I (che normalmente si basano sulla sola valutazione fatta dal Fabbricante), alcuni cerotti (quelli sterili) rappresentano un’eccezione e richiedono la notifica ad un organismo notificato. Si riconoscono perché hanno la sigla DM o MD (sta per dispositivo medico o medical device) sulla confezione e dal Marchio CE e un codice a 4 cifre.

Quelli non sterili invece potrebbero non richiedere la notifica all’Organismo notificato e dunque presentano solo il marchio CE.

In quanto dispositivi medici, rientrano tra le spese per le quali si ha diritto alla detrazione Irpef (19%).