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Tosse, sciroppi e pastiglie servono a poco. Ecco cosa funziona

29 dicembre 2023
Tosse: sciroppi e pastiglie servono a poco

La pubblicità consiglia sempre lo sciroppo al primo colpo di tosse. Peccato che la tosse non sia un nemico da sedare e che i farmaci che si ripromettono di scioglierla siano di dubbia efficacia. Semmai, per trattarla, meglio usare il miele: è un ottimo rimedio e calma la tosse quanto un medicinale. Ecco i nostri consigli.

Tosse grassa? Sciroppo mucolitico. Tosse secca? Sciroppo sedativo. Per la pubblicità è un nemico da affrontare con l’arma giusta. In realtà, la tosse è un alleato molto utile, perché tiene le vie respiratorie libere da muco e catarro, che a loro volta catturano e portano via con sé particelle estranee varie e agenti infettivi. Quando, però, è troppo forte diventa fastidiosa, spesso dolorosa e cercare un rimedio è più che comprensibile. Ma qual è il più indicato?

Prima di tutto: capire le cause

La tosse è quasi sempre sintomo di un’infezione delle vie respiratorie di natura virale, come raffreddore e influenza, sinusite o bronchite, causate da vari virus che circolano soprattutto durante i mesi invernali. Questo deve rassicurarci, perché si tratta di malattie che si risolvono da sole nell’arco di una o due settimane e che contrariamente a quanto si pensa, non richiedono terapia antibiotica nella grande maggioranza dei casi.

La necessità della terapia antibiotica è però un cruccio costante, specie se si associa alla parola “bronchite” o se la tosse ha determinate caratteristiche: rimane infatti l’idea che se la tosse è grassa, con espulsione di catarro, soprattutto se colorato e giallo-verdognolo, allora serva l’antibiotico per guarirla. O se dura da tanto, è segno di un’infezione seria. Ma non è affatto così. Vediamo nel dettaglio.

Grassa o secca? Muco verde o bianco? Poco importa

La prima cosa da sapere è che nelle persone adulte, più che il tipo di tosse, per capirne le cause è importante valutare altri aspetti. La differenza tra tosse grassa o secca, ad esempio, aiuta poco a capire quale ne sia la causa, perché spesso si trasforma da una all’altra nel giro di qualche giorno. Anche la comparsa di catarro di colore giallo o verde non è indicativa della presenza di un’infezione batterica, come qualcuno crede. Quello che conta davvero sono la durata, i sintomi che la accompagnano e le circostanze che la scatenano.

Se dura tanto, è normale

Il fatto che la tosse duri a lungo, anche tre-quattro settimane, non deve necessariamente preoccupare, né tantomeno spingere al ricorso agli antibiotici. Una tosse che dura meno di tre settimane è definita “tosse acuta” e ha quasi sempre una causa non preoccupante: raffreddori, malattie influenzali, rino-sinusiti, bronchiti quasi sempre di origine virale. È facile capirlo anche perché la tosse in questi casi si accompagna a sintomi suggestivi e si presenta in determinati periodi.

E se due-tre settimane sono un tempo assolutamente normale per una tosse banale, chi ce l’ha però non si rassegna di solito al protrarsi di questo fastidio: alcuni studi hanno dimostrato che i pazienti si aspettano che una tosse per cause banali si risolva entro una settimana e che se dura di più si debba ricorrere agli antibiotici. In realtà l’assunzione di questi farmaci non ha dimostrato di avere effetti apprezzabili sulla durata del disturbo, né sulla riduzione del rischio di sviluppare una broncopolmonite batterica.

Fastidiosi strascichi per settimane

Dalle tre settimane in su non si parla più di tosse acuta, ma di tosse prolungata. Di solito rappresenta solo lo strascico dell’infezione che l’ha causata in prima battuta. Il protrarsi della tosse è dovuto ad un meccanismo di sensibilizzazione delle mucose delle vie respiratorie, che l’infiammazione ha reso più sensibili agli stimoli che innescano la tosse. Questo stato di irritazione si risolve da solo, ma in un arco di tempo anche molto lungo: dalle tre alle otto settimane. Un’altra causa del protrarsi della tosse è lo scolo retronasale: il muco che riempie i seni paranasali e le fosse nasali ne fuoriesce colando verso la gola con un effetto irritante. La pertosse, sempre più rara grazie al vaccino esavalente somministrato ai bambini, ma comunque non ancora debellata, può essere causa di tosse oltre le tre settimane. Va curata con terapia antibiotica soprattutto per bloccare il contagio.

Tra le altre cause di tosse prolungata vanno ricordati asma, reflusso gastroesofageo, il fumo e i farmaci per pressione alta e scompenso cardiaco della classe degli ace-inibitori (che possono causare la tosse persistente come effetto indesiderato).

Segnali da non sottovalutare

Se è vero che la tosse è quasi sempre un sintomo banale, esistono però dei segnali che devono metterci in allarme e spingerci a consultare subito il medico. Se la tosse è accompagnata da difficoltà a respirare, potremmo trovarci di fronte all’aggravamento di un problema cronico, come l’asma bronchiale o una broncopneumopatia cronica ostruttiva, ma potrebbe anche trattarsi di polmonite, scompenso cardiaco, embolia o tumore polmonare. Anche il dolore al torace è un sintomo che potrebbe avere cause cardiache o polmonari anche gravi, così come la perdita di peso e la presenza di sangue nel catarro potrebbero essere la spia di problemi più seri. Consultate il medico anche se la tosse peggiora nel tempo, invece di migliorare e se si accompagnano febbre protratta o stato di generale prostrazione con altri sintomi insoliti.

Gli sciroppi miracolosi non esistono

Come abbiamo visto la tosse è un’utile alleata, un’abile spazzina che porta via microrganismi, polveri e altre sostanze irritanti. Ma se è persistente, vigorosa e quindi molto fastidiosa, o addirittura dolorosa, è legittimo cercare sollievo. Ma quale?

I farmaci per la tosse non mancano e promettono meraviglie, peccato che ci siano scarse prove della loro efficacia e sicurezza: che siano sedativi o mucolitici ed espettoranti, per ben che vada agiscono sul sintomo e non sulle cause e comunque non è dimostrato in modo chiaro che siano efficaci più di un placebo o un di cucchiaio di miele.

Se decidi comunque di provare uno sciroppo per la tosse o altri rimedi da banco, tieni presente che:

  • in molti casi esiste un medicinale equivalente di pari efficacia e minor prezzo rispetto al farmaco di marca di riferimento. Consulta la nostra banca dati farmaci per sapere qual è.
  • Usa i farmaci solo per poco tempo, per più di quattro o cinque giorni di seguito.
  • Guarda sempre le controindicazioni, che possono variare da sciroppo a sciroppo a seconda del principio attivo. Se lo hai gettato, puoi recuperare il foglietto illustrativo ufficiale e aggiornato tramite la nostra banca dati farmaci.
  • Scegli farmaci con un solo principio attivo. Le associazioni di principi attivi quasi mai offrono benefici maggiore mentre aumentano le chance di interazioni ed effetti indesiderati.
  • Attenzione ai nomi commerciali. Molti farmaci hanno nomi commerciali simili o differiscono solo per un suffisso (sedativo, fluidificante, mucolitico, ...). Quella parola, però, identifica una composizione e un’azione differente del farmaco. Facci caso: nei prossimi paragrafi troverai nomi molto simili ma che contengono per principi attivi differenti. Un esempio: Fluibron è un noto sciroppo mucolitico, che in teoria facilita l’espulsione del catarro, mentre Fluibron Tosse Secca ha un’azione opposta, sedativa della tosse, che in teoria spegne il riflesso… E gli esempi sono davvero tanti.
  • Rispetta le dosi. Cerca di rispettare la posologia descritta dal foglietto per evitare inefficaci sottodosaggi o rischiosi sovradosaggi. Utilizza il cucchiaio o il bicchierino dosatore incluso nella confezione e non il cucchiaio da tavola.
  • Zucchero o alcol nei farmaci. In alcuni farmaci possono essere presenti. Diabetici e minorenni possono scegliere formulazioni prive di questi ingredienti.
  • Guarda scadenza. La data di scadenza riportata sulla confezione vale fino a quando il flacone resta chiuso. Una volta aperto, lo sciroppo scade nel giro di un mese o due. Il flacone con un avanzo va smaltito nella campana della farmacia, senza versare il contenuto nel water.

Sciroppi per sedare la tosse

Consigliati per la tosse secca (senza catarro), in teoria dovrebbero placarla. I principi attivi e le forme farmaceutiche sono vari, ma in sostanza agiscono sul riflesso della tosse in due modi: i sedativi ad azione centrale agiscono sul cervello, placando il centro cerebrale della tosse, al quale arriva lo stimolo e da cui parte l’impulso, innalzando la soglia necessaria a far scattare il riflesso; quelli ad azione periferica agiscono invece riducendo la sensibilità dei recettori nervosi che trasmettono il segnale al centro della tosse. In realtà la tosse è utile per liberare le vie aeree: inibirne il riflesso, come promettono di fare questi farmaci, è spesso controproducente. Se la tosse è secca e dà fastidio, può comunque valere la pena provare, sapendo che le prove sulla loro efficacia sono scarse e discordanti, e che l’effetto misurato negli studi clinici è nel migliore dei casi modesto. La maggior parte degli antitosse da banco sono a base di destrometorfano, sedativo ad azione centrale, derivato dell’oppio. Tra i nomi più noti Bisolvon Tosse Sedativo, Bronchenolo Tosse, Lisomucil Tosse sedativo, Vicks Tosse Sedativo, ma non mancano i generici. Altri sciroppi (ma anche pastiglie e bustine) contengono differenti principi attivi, di efficacia sovrapponibile a quella del destrometorfano: Fluibron Tosse Secca e Levotus (a base di levodropropizina, un sedativo ad azione periferica), e Seki (a base di cloperastina, sedativo ad azione centrale) Froben Tosse Secca o Sinecod Tosse Sedativo (butamirato). Anche la codeina, disponibile in sciroppo solo dietro prescrizione, è un derivato dell’oppio: può dare sonnolenza, effetti gastrointestinali (nausea, vomito e stitichezza), oltre al potenziale pericolo di creare dipendenza.

Mucolitici ed espettoranti

Dovrebbero rendere il catarro più fluido e quindi facile da espettorare e le pubblicità li consigliano per tossi produttive e grasse. Tra gli espettoranti in commercio troviamo la guaifenesina, alla base di Actigrip Tosse Mucolitico o di Vicks Tosse Fluidificante, mentre tra i mucolitici troviamo più principi attivi: acetilcisteina (Fluimucil Mucolitico), carbocisteina (Lisomucil Tosse Mucolitico, Fluifort), bromexina (Bisolvon e Bisolvon Linctus) e ambroxolo (Fluibron, Mucosolvan). Se per i sedativi della tosse, le evidenze disponibili a supporto dell’efficacia sono scarse, per mucolitici ed espettoranti abbiamo ancor meno studi affidabili su cui basarci per stabilire se siano utili in caso di tosse. Nelle tossi protratte post-infettive o da scolo retronasale non sono di alcun aiuto, perché la causa è legata all’irritazione delle mucose. E se già per questi farmaci mancano riscontri di efficacia negli adulti, nessun dato di sicurezza ed efficacia è disponibile per i bambini al di sotto dei due anni, per i quali l’utilizzo in particolare di espettoranti e mucolitici è controindicato.

Mix sedativi e mucolitici

Alcuni farmaci associano diversi principi attivi con azioni differenti (sedativi ed espettoranti per esempio) e su altri sintomi (antistaminici, antipiretici, antisettici ecc.). Qualche esempio? Lo sciroppo Vicks Medinait (che contiene tre principi attivi: un sedativo della tosse, un antistaminico e un antipiretico) e Bronchenolo Sedativo e Fluidificante (che ne contiene due di principi attivi, come il nome suggerisce). Se da un lato si rischia di assumere farmaci che non ci servono (se non ho la febbre, ha senso assumere un antipiretico?) dall’altro si rischia di assumere anche farmaci con effetti indesiderati (per esempio, l’antistaminico che dà sonnolenza). Nel caso poi delle associazioni di mucolitico e sedativo della tosse, l’abbinamento è quanto meno dubbio: che senso ha associare un mucolitico -che in teoria scioglie il catarro per rendere i colpi di tosse più efficaci nel rimuoverlo - quando poi spegniamo la tosse con un sedativo?

Bava di lumaca ed estratti vegetali

Si tratta di sciroppi sostanzialmente a base di zucchero e acqua, che possono aiutare: grazie alla loro viscosità, questi leniscono le mucose e le proteggono da irritazioni e da stimoli che causano tosse. In commercio si possono trovare sciroppi a base di acqua e zucchero, con l’aggiunta di estratti di piante o di altri ingredienti con funzione emolliente, come Grintuss (che contiene anche del miele)o come Bronchenolo Pediatrico (che contiene miele ed estratto di radice di altea) o gli sciroppi con bava di lumaca (tra gli ingredienti si legge "estratto di lumaca"): non offrono granché in più rispetto a uno sciroppo a base di zucchero fatto in casa (ci sono molte ricette facili da trovare) o a del miele sciolto in un po’ di latte o thè.

Miele e altri rimedi casalinghi

Ricorda che, per andarsene, la tosse non richiede nulla di specifico. Ecco cosa puoi fare in caso di tosse senza acquistare farmaci.

  • Bevi molti liquidi. È utile non solo per rinfrescare la gola irritata, ma anche per provare a rendere le secrezioni più fluide e quindi più facili da espellere. Bere acqua è sufficiente, ma brodo, succhi di frutta e tè vanno bene.
  • Succhiare una caramella dura può aiutare. La caramella, non necessariamente balsamica, stimola la salivazione e la soluzione zuccherina avvolge e lenisce la mucosa irritata.
  • Umidifica l’aria. Anche questo rimedio non sarà provato dalla scienza, ma è consigliato: quando l’aria è secca, una gola irritata può dare fastidio.
  • Prova i suffumigi. L’acqua non deve essere troppo calda, altrimenti ustiona le mucose. Puoi aggiungere degli oli essenziali balsamici, come quelli di eucalipto, pino, menta, che la tradizione fitoterapica descrive come utili a fluidificare le secrezioni: l’inalazione va però fatta con cautela per possibili reazioni allergiche e il loro uso va evitato nei bimbi (e lo stesso vale per l’unguento balsamico Vicks Vaporub, dei cui effetti indesiderati ci siamo occupati in questo articolo).
  • Fai un lavaggio nasale con soluzione ipertonica, se la tosse è legata al raffreddore. Nei bambini è molto consigliato sia in caso di raffreddore sia di tosse.
  • Il miele. Al cucchiaio o sciolto in una bevanda calda come latte o tè, sembra avere un’efficacia paragonabile, se non maggiore, di quella di farmaci sedativi della tosse, come il destrometorfano, contenuto in molti sciroppi. Il miele lenisce le mucose (ottimo in caso di mal di gola), calma la tosse e favorisce il riposo notturno Può essere utile per adulti e bambini, ma sotto l’anno di età va evitato, per il rischio di botulismo infantile, una malattia causata dalla possibile presenza nel miele di spore del batterio Clostridium Botulinum che possono riattivarsi nel tratto intestinale del bimbo e produrre la pericolosa tossina botulinica. Questo accade perché la flora intestinale del bimbo sotto l’anno di età non è ancora del tutto matura e in grado di contrastare la colonizzazione da parte del batterio.

Leggi anche tutti i nostri consigli su quando è utile fare l'aerosol e la lista dei farmaci che contengono pseudoefedrina e in quali casi è meglio evitarli.