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Sanità integrativa: Antitrust sanziona per 3,5 milioni di euro Intesa Sanpaolo Rbm Salute e Previmedical

L'Autorità sanziona Intesa Sanpaolo Rbm Salute e Previmedical per aver reso onerosa e difficile per i consumatori la fruizione delle prestazioni assicurative. L’istruttoria è partita un anno fa anche grazie alle segnalazioni inviate da Altroconsumo. Se avete problemi vi aiutiamo a reclamare.

23 maggio 2024
medico che scrive al pc

L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha sanzionato per pratica commerciale scorretta per 2,5 milioni di euro Intesa Sanpaolo Rbm Salute S.p.A., compagnia assicurativa specializzata nell’assicurazione sanitaria, e per 1 milione di euro Previmedical Servizi per la Sanità Integrativa S.p.A., provider di servizi cui è stata affidata la gestione e la liquidazione delle pratiche di sinistro.

L’Autorità ha riscontrato numerosi ritardi nella gestione e nella definizione delle pratiche di rimborso, difficoltà per gli assicurati a contattare il servizio di assistenza e anche numerosi rifiuti non giustificati di richieste di rimborso e di autorizzazioni alle prestazioni sanitarie in forma diretta.

Le segnalazioni dei consumatori

Le indagini dell’Antitrust sono state avviate a seguito delle segnalazioni da parte di numerosi consumatori e dei risultati dell’attività di vigilanza svolta dall’Ivass (l’autorità che vigila sul mercato assicurativo). Anche Altroconsumo ha inviato all’Antitrust i reclami degli assicurati raccolti attraverso la piattaforma Reclama Facile.

Una parte considerevole dei reclami sono arrivati da aderenti a MetaSalute, il fondo di assistenza sanitaria integrativa per i lavoratori dell’industria metalmeccanica che, da solo, raccoglie oltre un terzo del totale degli assicurati Intesa Sanpaolo RBM.

Non è la prima volta che Antitrust interviene nei confronti delle due società: nel 2021 le aveva sanzionate per 6 milioni di euro, sanzione poi annullata dal Tar del Lazio.

Le pratiche scorrette

Il provvedimento dell'Antitrust evidenzia che alla fine del 2022 sono emersi problemi presso la centrale operativa di Previmedicalche hanno determinato - a partire dai primi mesi del 2023 - l’accumularsi di un numero molto alto di pratiche in attesa di evasione, in notevole ritardo rispetto ai tempi di liquidazione previsti dalle polizze sanitarie. Il ritardo accumulato ha provocato difficoltà anche nella gestione delle richieste di prestazione successive. Inoltre, i problemi presso la centrale operativa hanno reso difficile per i consumatori entrare in contatto con il servizio di assistenza clienti.

L'Antitrust ha anche rilevato rifiuti ingiustificati di prestazioni sanitarie o di rimborsi:

"Si sono rilevate numerose incongruenze nell’applicazione concreta delle condizioni di polizza da parte di Previmedical, anche per la difficoltà di interpretare le prassi liquidative stabilite da Intesa Sanpaolo Rbm Salute, che hanno avuto come conseguenza numerosi casi di errato rifiuto di autorizzazioni o di rimborsi a soggetti che ne avevano diritto, oppure la richiesta non necessaria di ulteriore documentazione".

Secondo l'Autorità, quindi, sia Intesa Sanpaolo Rbm Salute, sia Previmedical non hanno adottato la diligenza necessaria e hanno ostacolato o ritardato la fruizione da parte dei loro clienti dei servizi cui avevano diritto. In particolare, Previmedical nella gestione dei sinistri e dei rapporti con gli assicurati e Intesa Sanpaolo Rbm nel ruolo di soggetto chiamato a vigilare sull’operato del proprio provider per non aver predisposto un efficace sistema di controllo sull’attività di gestione dei sinistri e in grado di prevenire e gestire eventuali criticità nella gestione delle polizze sanitarie, nonché a garantire ai propri assicurati un adeguato livello di servizio.

Situazione in miglioramento?

Nel provvedimento, l'Antitrust ricorda che nel marzo del 2023 è entrato in vigore il nuovo contratto che lega Intesa Sanpaolo Rbm Salute a Previmedical e che sono state introdotte misure per aumentare la tutela dei consumatori. Le misure messe in atto hanno migliorato le criticità riscontrate (in particolare quelle legate ai ritardi nell’erogazione dei rimborsi) a partire dal mese di aprile 2023, ma non hanno tuttavia eliminato del tutto le pratiche scorrette.

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