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Acquisti a rate nei negozi: quanto sono trasparenti? La nostra inchiesta con camera nascosta

Per fare una scelta consapevole bisogna sapere quanto costa pagare a rate prima di firmare il contratto di finanziamento che ci impegna per anni. La nostra inchiesta in 162 negozi di otto città mostra che nei negozi le informazioni su costi e condizioni del prestito vengono date a voce o scritte su foglietti volanti. Solo in 9 negozi ci hanno consegnato le informazioni di legge. Guarda il video con camera nascosta che abbiamo realizzato a Milano. 

  • Con il contributo esperto di
  • Anna Vizzari
  • articolo di
  • Adelia Piva
22 giugno 2022
  • Con il contributo esperto di
  • Anna Vizzari
  • articolo di
  • Adelia Piva
carta di credito e mobili che volano

Sono passati tre anni dalla nostra ultima inchiesta sugli acquisti a rate nei negozi e non solo non è cambiato nulla, ma la trasparenza sui costi e le condizioni dei prestiti è peggiorata.

L’informativa di legge - modulo europeo Iebcc (Informazioni europee di base per il credito ai consumatori) detto anche Secci, che riporta il Taeg (Tasso annuo effettivo globale - il tasso che indica il vero costo del prestito perché include le spese) e le condizioni del prestito (come il diritto a cambiare idea entro 14 giorni dalla firma del contratto o di rimborsare il prestito in anticipo senza penali) che dovrebbe essere consegnato al potenziale cliente, non compare quasi mai tra le mani dell’addetto alla vendita. Se ci si azzarda a farne esplicita richiesta si viene guardati come alieni scesi temporaneamente sulla Terra a complicare la vita ai commessi,  preparatissimi sul tablet appena uscito sul mercato, ma troppo spesso impreparati sulle rate.

In effetti, per i prestiti finalizzati è la finanziaria che dovrebbe occuparsi della formazione degli addetti alla vendita, anche sull’obbligo di fornire l’informativa precontrattuale, ma ci sono evidenti carenze se l’abbiamo recuperata solo in nove negozi su 162 visitati nella nostra inchiesta in otto città lungo tutto lo Stivale (Bari, Bergamo, Genova, Milano, Napoli, Padova, Palermo e Roma) dove ci siamo presentati, tra metà febbraio e metà marzo, nei panni di potenziali clienti interessati a comprare a rate un mobile, un elettrodomestico, un attrezzo sportivo o un prodotto hi-tech.

Informativa: solo in 9 negozi su 162

Le nove mosche bianche che ci hanno dato il Secci con i costi e le condizioni del prestito sono: Apple di Bergamo, Obi center di Bergamo, Xiaomi Store di Bergamo, Mediaworld di Bergamo e di Marcianise e Casoria entrambi in provincia di Napoli, Divani & Divani di Padova, Al Pentolone di Padova, Comet di Padova.

Nel 46% dei casi le informazioni su costi e condizioni del prestito ci sono state date a voce oppure sono state malamente scritte su foglietti volanti o sul volantino con le offerte che ci ha spinto a varcare la porta del negozio (nel 29% dei casi).

Il paradosso è che spesso la consegna del Secci, obbligatoria per legge, è prevista dopo la firma del contratto di finanziamento, cioè quando non serve più visto che la scelta è stata fatta. Ed è con questa motivazione che a Genova, dove abbiamo visitato 20 negozi, nessuno ci ha consegnato il Secci. Anche da Leroy Merlin ad Assago dopo averci invitato a cercare le informazioni sul sito della finanziaria, ci hanno detto che non consegnano nulla prima della firma del contratto. C’è chi la butta sull’ecologia come l’addetto alla vendita di un negozio Expert di Napoli che ci dà un post it con alcune informazioni scritte a mano e dice che il Secci è solo uno spreco di carta, basta solo sapere che le spese sono pari a 55 euro. Invece, “carta canta, verba volant” è la filosofia del commesso dell’Unieuro della Rinascente Duomo a Milano che sostiene di non poterci rilasciare nessuna documentazione perché potremmo portare via informazioni utili alla concorrenza. Scritte stavolta.

infografica inchiesta comprare a rate 

L'indebitamento deve essere sostenibile

In quasi quattro negozi su dieci, le rate si vendono tra gli scaffali, magari davanti  al frigorifero o al nuovo smartphone che vogliamo comprare. Infatti, se il costo è elevato e non si vuole rinunciare all’acquisto, l’opportunità di pagare un po’ alla volta ci viene spiegata dall’addetto alla vendita che proprio lì, nei corridoi del negozio, ci illustra tassi di interesse e modalità per accedere al prestito (nel 38% dei casi).

Solo in due casi su dieci questo colloquio si svolge in un’area dedicata ai prestiti, magari brandizzata dalla finanziaria convenzionata con il negozio, mentre più spesso avviene nel box informazioni all’ingresso (42% dei casi). Nell’area dedicata o tra gli scaffali del negozio o nel gabbiotto delle informazioni nulla cambia, se poi il cliente non ha in mano il modulo che riporta le informazioni essenziali del pagamento rateale (il Secci) che gli permette di fare una scelta consapevole.

Del resto, il finanziamento è un elemento che condiziona la scelta d’acquisto e quindi non può bastare il tasso zero strillato dai volantini o i calcoli fatti a mano dal commesso sul foglietto volante, se non sul volantino stesso, bisogna avere in mano un vero preventivo per valutare se quella rata è sostenibile per il bilancio familiare. Così, ad esempio, se il tasso è a doppia cifra, potrò decidere di rimandare l’acquisto per poterlo fare in un’unica soluzione oppure valuterò se la mia banca mi fa un tasso migliore se chiedo un prestito personale.

Il tasso è davvero zero?

Anche quando a voce ci dicono tasso zero bisogna capire se si riferiscono al Taeg cioè al costo complessivo del prestito che include anche le spese oltre agli interessi o al Tan (Tasso annuo nominale) che non le include.

Anche se il Taeg è zero bisogna accertarsi per quale durata. Perché se, come spesso avviene, è legato a una durata di 10 mesi, ma si desiderano durate più lunghe per ridurre la rata mensile, le condizioni cambiano e possono essere applicati interessi e spese e quindi il Taeg non sarà più zero. Verificate sempre il Taeg con il nostro calcolatore per essere sicuri che sia giusto. 

La nostra inchiesta mostra come le finanziarie continuino a non investire nella formazione degli addetti alla vendita come dimostrano le spiegazioni confuse di Tan e Taeg e il fatto che in appena 9 negozi su 162 ci hanno dato l’informativa di legge. Sorge il dubbio che non dare nulla di scritto aiuti a non rendere trasparenti costi e condizioni. Quindi meglio chiedere sempre prima di sottoscrivere un contratto di finanziamento.

Nei negozi con la camera nascosta

Abbiamo visitato alcuni negozi di Milano nei panni di clienti interessati a comprare a rate un divano letto e due elettrodomestici. Il copione della nostra inchiesta si è ripetuto purtroppo e abbiamo portato a casa alcuni foglietti scritti a mano anche senza Taeg, perché pare appartenga alla matematica finanziaria e non sia facile da calcolare... Magicamente, però, al momento della sottoscrizione del finanziamento il calcolo si potrà fare…. C'è anche chi però ci ha dato l'informativa precontrattuale come previsto dalla legge, una mosca bianca che dimostra  come la trasparenza sia una scelta percorribile.

La responsabilità non è degli addetti alla vendita, ma delle finanziarie che non danno un'adeguata formazione a chi nei negozi deve informare sul finanziamento e fare il preventivo. Un evidente disinteresse visto che dalla nostra ultima inchiesta nulla è cambiato e le informazioni sono ancora inadeguate.

Nel nostro giro per negozi sotto la Madonnina abbiamo anche scoperto anche che gli addetti alla vendita poco preparati su Tan e Taeg, lo sono invece nel caldeggiare l’acquisto della garanzia aggiuntiva venduta dalla catena che, ci rassicurano, si può anche inserire nel finanziamento e che ci mette al riparo da fulmini improvvisi che potrebbero spegnere per sempre la luce del nostro frigo. In più senza spiegare bene la differenza con quella legale che ci spetta comunque gratis per due anni dall’acquisto.