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Pagamenti digitali: dal tavolo del MEF per ridurre le commissioni per gli esercenti arriva solo un protocollo di intenti

In Italia vige l'obbligo per esercenti e professionisti di accettare i pagamenti digitali per qualsiasi tipo di importo; un grande vantaggio per i consumatori, ma sui negozianti pesano le commissioni d'incasso che le banche chiedono per ogni pagamento digitale. Per questo motivo è stato istituito a marzo 2023 un tavolo governativo per trovare un accordo per ridurre in particolar modo quelle sugli importi ridotti. Peccato che il risultato sia solo un protocollo di intenti.

  • Con il contributo esperto di
  • Anna Vizzari
28 luglio 2023
  • Con il contributo esperto di
  • Anna Vizzari
Commissioni pos: come funzionano le sanzioni per chi rifiuta pagamenti con carte o bancomat

Dal 2014 è in vigore in Italia una norma che obbliga esercenti e professionisti ad accettare i pagamenti digitali per tutti gli scontrini, anche quelli di piccolissimo importo. Questo rappresenta un vantaggio per i consumatori, ma rappresenta un problema per i commercianti nella misura in cui le commissioni di incasso sugli importi più bassi pesano in maniera significativa.

Proprio per cercare di risolvere questo problema, a marzo 2023, è stato istituito un tavolo tecnico presso il Ministero dell'economia e delle finanze la cui finalità era quella di individuare soluzioni per contenere i costi delle transazioni elettroniche, tra i quali i pagamenti attraverso i POS. L'obiettivo del tavolo era quello di mitigare le spese fino a 30 euro a carico degli esercenti e professionisti con ricavi e compensi relativi all’anno precedente non superiori a 400.000 euro, favorendo con il coordinamento del Ministero dell’Economia, il confronto tra istituzioni, associazioni di categoria e altri soggetti interessati. Dal tavolo sono stati esclusi senza motivo i rappresentanti dei consumatori. Il 27 luglio 2023 si è arrivati all’Accordo che però è solo un un invito agli operatori a calmierare le commissioni.

Prima di vedere da vicino il nodo delle commissioni d'incasso, è bene ricordare cosa prevede la normativa e quali sono i vantaggi per il consumatore.

Le sanzioni per chi non accetta i pagamenti digitali

Come abbiamo visto, già dal 2014 chi effettua attività di vendita o prestazione di servizi (anche professionali) è tenuto ad accettare anche pagamenti effettuati tramite carte di credito o di debito, tranne in caso di disguidi tecnici. Un obbligo che è però sempre rimasto di fatto solo sulla carta dato che, nonostante siano state più volte annunciate, non sono mai arrivate le sanzioni e si è dovuto aspettare metà 2022 per la loro regolamentazione

Solo dal 30 giugno 2022, infatti, chi non accetta un pagamento digitale di qualsiasi importo è passibile di una sanzione amministrativa pari a 30 euro a cui va aggiunta una percentuale pari al 4% del valore del pagamento rifiutato. In pratica, se un esercente dovesse rifiutare un pagamento di 100 euro rischierebbe una sanzione di 34 euro, la sanzione sarebbe pari a 30,20 euro se dovesse rifiutare un pagamento di cinque euro.

L'esercente o il professionista deve accettare almeno una tipologia di carta di debito e una di carta di credito (identificate dal marchio del circuito di appartenenza): questi sono i requisiti richiesti affinché l'obbligo venga assolto. Non è quindi richiesto che vengano accettati tutti i pagamenti digitali, ma - nel momento in cui l'esercente aderisce a un circuito - deve sempre accettare i pagamenti con strumenti appartenenti a quel circuito, pena il rischio di incorrere nella sanzione. 

Cosa fare se l'esercente si rifiuta

Le sanzioni sono operative già da un po’ ma continuano le segnalazioni degli utenti che non riescono a pagare con la carta. Che cosa si può fare di fronte ad un esercente, un tassista, un medico che non vi pagare con carta un bene o servizio? In ordine di principio, visto che è vostro diritto sancito dalla legge pagare con carta, potreste non pagare il bene o il servizio; d’altra parte c’è anche il diritto dell’esercente e del professionista ad essere pagato. La soluzione è quella di chiamare la Polizia locale o la Guardia di Finanza e denunciare il fatto; questo potrebbe convincere l’esercente ad accettare la carta ed ovviamente farebbe scattare nei suoi confronti la multa.

E il contante?

La diffusione dei pagamenti digitali però non deve limitare la possibilità di usare il contante ovunque si voglia. Ogni cittadino deve avere la possibilità di scegliere tra pagare in contanti o pagare con carta e l’esercente deve dargli questa possibilità. Infatti, così come ci sono sanzioni per chi non permette di pagare con carta, di usare le carte, allo stesso modo ci sono sanzioni per chi non accetta i pagamenti in contanti. L’articolo 693 del Codice Penale prevede infatti che chiunque rifiuti di ricevere monete aventi corso legale viene punito con una sanzione di 30 euro.

Quali agevolazioni sono previste per gli esercenti

Se da un lato le sanzioni sono necessarie, dall'altro è opportuno anche che gli esercenti vengano agevolati. Nella nostra ultima inchiesta siamo andati a verificare quanto costa agli esercenti accettare pagamenti digitali, accertando che per pagamenti digitali di importi da cinque euro le commissioni arrivano anche a 0,50 euro. Insomma, a conti fatti le commissioni sui pagamenti devono essere sostenibili anche per le piccole attività, solo così il digitale può essere realmente conveniente sia per chi paga che per chi riceve. Ricordiamo infine che, in questo scenario, si inserisce il credito di imposta del 30% delle spese pagate dagli esercenti (commissioni e spese): sicuramente interessante soprattutto se dovesse essere portato al 100% come era fino al 30 giugno 2022. 

Il 4 marzo 2023 è stato istituito come previsto dalla Finanziaria 2023 un tavolo tecnico presso il Ministero dell’Economia a cui hanno partecipato le associazioni di categoria maggiormente rappresentative di esercenti e professionisti, dei prestatori dei servizi di pagamento e dei gestori di circuiti, con l'obiettivo di garantire livelli di costi equi e trasparenti ed evitare oneri non proporzionati al valore delle singole transazioni. Si è trattato di un tavolo permanente fra le categorie interessate creato per valutare soluzioni che potessero ridurre i costi di incasso per i pagamenti entro i 30 euro a carico degli esercenti e professionisti che abbiano avuto ricavi non superiori ai 400.000 euro nel 2022. Erano quindi componenti del tavolo il MEF, la Banca d'Italia, l'Agenzia delle Entrate, l'Associazione bancaria italiana, l'Associazione italiana prestatori servizi di pagamento, Confcommercio, Confesercenti, Confartigianato, il Ministero delle imprese e del made in Italy e l'Agenzia per l'Italia Digitale.

Cosa prevede l’accordo

Dai lavori del tavolo presso il Mef il 27 luglio 2023 è arrivato l’accordo siglato tra ABI, APSP, Confartigianato, Cna, Confcommercio, Confesercenti e FIPE per la definizione del “Protocollo d’intesa per la mitigazione, la maggiore comprensibilità e comparabilità dei costi di accettazione di strumenti di pagamento elettronici”.

L’accordo, sul quale l’Autorità garante per la concorrenza e il mercato (AGCM) ha espresso parere favorevole, promuove la digitalizzazione, la modernizzazione e la concorrenza dei servizi di pagamento, anche attraverso una maggiore comparabilità e riduzione dei costi delle transazioni con strumenti elettronici. E ciò con riferimento a esercenti e professionisti con ricavi e compensi relativi all’anno di imposta precedente di ammontare non superiore a 400.000 euro.

Nell’accordo l’ABI (associazione bancaria italiana) e l’APSP (l’associazione dei prestatori di servizi di pagamento) si impegnano a invitare i propri associati, a promuovere iniziative commerciali nei confronti degli esercenti, volte a ridurre l’impatto dei costi di incasso per le transazioni di basso valore, cioè di importo non superiore a 30 euro. Con la richiesta che le iniziative commerciali siano significativamente competitive per quanto riguarda le transazioni fino a 10 euro. Inoltre, queste iniziative andranno pubblicizzate per almeno 6 mesi e avranno durata non inferiore a 9 mesi.

Quindi l’accordo prevede solo un invito agli operatori affinchè riducano le commissioni; operatori che poi potranno decidere di aderire o meno. Ci saremmo aspettati qualcosa di più incisivo. Le adesioni al Protocollo dovranno arrivare entro il 27 agosto. Vedremo che livello di adesione si avrà e che tipo di agevolazioni ci saranno.

Lavorare sulle commissioni di incasso è un ottimo sistema per eliminare gli ostacoli all'accettazione dei pagamenti digitali che ancora riscontriamo in alcuni settori soprattutto per pagamenti di basso importo. D’altra parte ci sono anche luoghi dove gli scontrini sono di valore più alto ma ugualmente diventa difficile pagare in maniera digitale come ad esempio presso alcuni professionisti o quando si deve pagare una corsa in taxi o pagare con la carta dal tabaccaio.

"L’accordo per definire un Protocollo di intesa con cui ridurre i costi dei pagamenti elettronici è un primo passo importante. Come Altroconsumo, da tempo chiediamo infatti di intervenire sulle commissioni di incasso, per eliminare ogni ostacolo - e scusante - all'accettazione dei pagamenti digitali; difficoltà, queste, che ancora riscontriamo in alcuni settori, nonostante l’obbligo per esercenti e professionisti ad accettare pagamenti digitali di qualsiasi importo" - dichiara Federico Cavallo, responsabile Relazioni esterne di Altroconsumo. "Speriamo, quindi, che ciò possa portare presto a un consistente abbassamento, se non un azzeramento, delle commissioni POS per i pagamenti fino a 30 euro, che costituiscono la maggior parte di quelli effettuati dalle persone nella quotidianità e possono quindi consentire di far fare un balzo in avanti all’adozione di tali sistemi. La direzione è quindi quella giusta, desta ancora qualche perplessità il fatto che ogni operatore potrà decidere come e quando aderire, col rischio di rinnovare uno scenario a macchia di leopardo. Monitoreremo quindi le evoluzioni e l’implementazione dell’accordo, convinti che i pagamenti digitali semplici ed economici siano non solo un fattore chiave per la modernizzazione del sistema dei pagamenti, ma anche e soprattutto una richiesta sempre più forte da parte dei consumatori desiderosi di trarne i numerosi benefici” - ha concluso.