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Wurstel con la Listeria, i consumatori hanno diritto di conoscere le marche coinvolte

Tre morti e decine di ricoveri, ma ancora sul sito del Ministero non compaiono richiami ufficiali delle marche di wurstel contaminati da Listeria. Eppure potrebbero già trovarsi nelle case di ognuno di noi. E allora quali sono i nomi delle marche interessate? Perché non vengono ritirate? E perché secondo le autorità non sono considerati prodotti a rischio? Abbiamo indagato, e le risposte si trovano nelle pieghe dello stesso regolamento europeo che tutela la sicurezza alimentare.

17 ottobre 2022
wurstel crudi

immagine a titolo d'esempio

C'era una volta la tutela della salute dei consumati. C'era una volta un regolamento, adottato in tutta Europa, che definisce le procedure da seguire in tema di sicurezza alimentare. Questo regolamento, il 178/2002/CE, c'è ancora, beninteso, ma nelle sue pieghe oggi si sta giocando una partita drammatica sulla pelle dei consumatori: tre morti e decine di persone ricoverate. Stiamo parlando della vicenda dei wurstel con la Listeria, e gli attori in gioco, ormai da diverse settimane, sono i produttori, il ministero della Salute e purtroppo i consumatori.

Wurstel e listeriosi: i fatti

Ma facciamo un passo indietro e analizziamo che cosa è accaduto. Circa un mese fa, sul sito del ministero della Salute, compare l'unico vero e proprio richiamo di un marchio di un prodotto riconoscibile sugli scaffali: si tratta dei wurstel Tobias di Eurospin richiamati volontariamente da Eurospin a causa della presenza di Listeria, un batterio innocuo se il wurstel viene consumato ben cotto, ma che può essere letale se lo si consuma crudo o appena scottato. 

Qualche giorno dopo, l'azienda che ha prodotto i wurstel per Eurospin e che produce quelli di altri marchi anche noti, l'azienda Agricola Tre Valli, invita i punti vendita a ritirare a scopo precauzionale i suoi prodotti dal mercato e rilascia un comunicato rivolto ai consumatori in cui tuttavia non viene citato nessuno dei marchi di wurstel per i quali produce, ma solo le scadenze e un codice che identifica lo stabilimento di produzione (IT04MCE). Il 23 settembre compare quindi una nota sul sito del Ministero che mette in correlazione alcuni casi clinici di listeriosi con il ceppo di Listeria (ST155) rinvenuto nei prodotti e nei locali dell’azienda Agricola Tre Valli a seguito di verifiche effettuate nello stabilimento.

È verosimile quindi che al momento i wurstel prodotti dalla azienda Agricola Tre Valli, e venduti sotto altri marchi, siano stati ritirati dagli scaffali, ma restano ancora tutti quelli già acquistati dai consumatori che, non conoscendo i nomi delle marche coinvolte, non sanno se quelli che hanno a casa sono proprio quelli prodotti dalla Agricola Tre Valli. 

Perché non si sanno i nomi?

Riassumendo. Abbiamo da una parte un regolamento europeo che dice esplicitamente (articolo 14) che "gli alimenti a rischio non possono essere immessi sul mercato" e un'azienda che invita i punti vendita a ritirare dagli scaffali i suoi prodotti, nei locali della quale le autorità competenti trovano lo stesso ceppo di Listeria responsabile a oggi di ben tre decessi e di decine e decine di casi. Dall'altra abbiamo i consumatori che, salvo quel primo wurstel di Eurospin richiamato più di un mese fa, a oggi non conoscono nessuna delle marche coinvolte. Paradossalmente ognuno di noi potrebbe avere in casa wurstel con la Listeria ma nessuno si è mai premurato di farci sapere se sono proprio le marche che abbiamo in casa quelle coinvolte, obbligandoci a controllare i wurstel che abbiamo nel frigorifero per vedere se sono riportate le sole informazioni che ci hanno fornito, ovvero i lotti e il codice che identifica il produttore (ma non la marca).

Un paradosso che ha dell'incredibile e che sembrerebbe non avere alcuna spiegazione logica. Eppure una spiegazione c'è. Perché allora i nomi dei prodotti contaminati non sono stati resi noti fino ad ora? Nello stesso regolamento, all'articolo 10, si dice chiaramente che l’informazione ai consumatori in tema di sicurezza alimentare è un obbligo da parte delle autorità nazionali, le quali devono adottare i provvedimenti opportuni per informare i cittadini, consentendo l’identificazione dell’alimento, nel caso in cui vi siano ragionevoli motivi per ritenere che esso possa comportare un rischio per la salute umana. Perché allora questa informazione non viene data ai consumatori? E perché le autorità nazionali (il Ministero) non "adottano provvedimenti opportuni" come ad esempio quello di pubblicare sul sito i nomi delle marche coinvolte? 

Il paradosso dei "prodotti a rischio"

La ragione sta nelle pieghe proprio del regolamento europeo e nella definizione di "alimento a rischio" contenuto nell'articolo 14. Un alimento è da considerarsi a rischio quando può essere dannoso per la salute oppure quando risulta inadatto al consumo umano. Ma per considerare un alimento a rischio bisogna anche prendere in considerazione da un lato le condizioni d’uso adottate da parte del consumatore, dall’altro le informazioni rese disponibili al consumatore, tramite l’etichetta, sul modo di evitare eventuali effetti nocivi per la salute derivanti dal consumo dell’alimento. Ovvero significa che se viene detto qual è il modo corretto per consumare un prodotto e viene riportato in etichetta, la colpa di eventuali rischi ricade sul consumatore che lo consuma come non si dovrebbe.

Proprio perché il consumatore viene adeguatamente informato del fatto che per garantire la sicurezza di questi prodotti è necessario prima cuocerli, non si può affermare che i wurstel con la Listeria rappresentino un alimento a rischio. In pratica non esistono limiti di legge alla presenza di Listeria in questi alimenti, visto che vanno obbligatoriamente consumati cotti e, una volta cotti, la Listeria è innocua per l'uomo. I wurstel contaminati da Listeria, dunque, non sono da considerarsi a rischio: non andrebbero dunque richiamati dal mercato e non andrebbero neppure ritirati dagli scaffali.

Il Ministero deve intervenire

Nonostante ciò sia contrario a quanto indicato in etichetta dal produttore, i wurstel di pollo contaminati da Listeria potrebbero essere consumati crudi da alcuni cittadini e, così facendo, possono rappresentare un rischio per la salute di alcune fasce della popolazione (immunodepressi, donne in gravidanza, anziani…). Le autorità, secondo lo stesso articolo 14 del Regolamento 178/2002/CE, hanno la facoltà, anche nel caso di prodotti che rispettano le normative in vigore, di adottare opportuni provvedimenti e restrizioni nel caso considerino tali alimenti comunque a rischio.

È per questo che il ministero della Salute dovrebbe obbligare le aziende coinvolte a rendere noti i nomi dei prodotti contaminati, perché i consumatori che dovessero averli già acquistati possano riportarli al punto vendita per la sostituzione e siano comunque consapevoli di doverli cuocere prima di mangiarli.

C'era una volta la salute dei consumatori: e dobbiamo pretendere, anche oggi, che non venga mai meno.

Fai sentire la tua voce e chiedi con noi al Ministero di fare i nomi delle marche coinvolte.

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