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Direttiva "Case green": lo stop alle caldaie a gas slitta al 2040

Slitta al 2040 il divieto di installazione delle caldaie a gas per le nuove costruzioni e per gli immobili in ristrutturazione, già dal 2025 invece arriva lo stop agli incentivi. È quanto previsto dalla direttiva "Case green" su cui l'Ue ha recentemente trovato un accordo. Il pacchetto di misure ha come obiettivo migliorare l'efficienza energetica e raggiungere un parco immobiliare a impatto zero entro il 2050. In attesa che la direttiva venga approvata formalmente da Consiglio e Parlamento e che venga poi recepita dai singoli Stati, vediamo quali sono i punti principali.

  • Con il contributo esperto di
  • Stefano Casiraghi
12 dicembre 2023
  • Con il contributo esperto di
  • Stefano Casiraghi
Installare una caldaia approfittando della cessione del credito

È arrivato l'accordo sulla direttiva Ue sulle "case green", una serie di misure introdotte con l'obiettivo di migliorare le prestazioni energetiche degli immobili e arrivare a un parco immobiliare a emissioni zero entro il 2050. L'accordo deve ancora essere formalmente approvato e adottato da Parlamento e Consiglio Ue, a quel punto i Paesi membri avranno due anni per recepirla. Tra le misure previste, il primo passaggio porterà al divieto di installazione dei sistemi a riscaldamento fossili, quindi delle tradizionali caldaie a gas nel 2040 (originariamente il termine ultimo era il 2035) per le nuove costruzioni o per gli immobili in ristrutturazione. Lo stop agli incentivi è previsto invece già dal 2025.

Le misure per sostenere i sistemi a basso impatto

Insieme allo stop alle caldaie tradizionali, la direttiva prevede la possibilità che i singoli Stati spingano perché vengano attuate tutte le misure per sostenere i sistemi a basso impatto ambientale come l'idrogeno (per esempio in miscela con il metano) o sistemi ibridi che prevedono sia la tradizionale combustione di un gas che l'uso della pompa di calore come sistema preponderante per l'uso della caldaia. Queste variabili potrebbero influenzare la data effettiva di messa al bando delle caldaie tradizionali. Infatti, se nei decreti attuativi venisse disposto che la miscela idrogeno-metano sia una condizione sufficiente per rispettare le nuove regole, questo si tradurrebbe con un divieto pressoché nullo per le diffusissime "caldaiette" del mercato italiano. 

Dal 2025 stop agli incentivi per le caldaie a gas

Oltre allo stop all'installazione, dal 2025 scatta anche il divieto di sovvenzionare l'acquisto di caldaie a gas. Questo significa che, se verrà recepito dal Governo italiano, non sarà più possibile beneficiare degli incentivi fiscali del 50% e del 65%, così che i costi per l'acquisto potrebbero di fatto raddoppiare. Questo potrebbe incidere sul numero di chi deciderà di cambiare la vecchia caldaia, rendendo di fatto più conveniente installare un sistema a pompa di calore che dovrebbe continuare a beneficiare degli sgravi fiscali. Anche in questo caso però niente è ancora deciso, perché si potrebbero trovare dei compromessi dato che si tratta di sistemi che permettono di risparmiare energia e CO2 rispetto alle vecchie caldaie a combustione a camera aperta che sono ancora molto diffuse in Italia. Nel considerare il consumo di energia fossile, la direttiva sottolinea il ruolo dell'acqua calda sanitaria: questo significa che anche i sistemi a gas per riscaldare l'acqua della doccia o della cucina potrebbero avere i mesi contati

Chi ha una caldaia a gas deve sostituirla?

No, per chi ha una caldaia a gas in casa non dovrebbe cambiare niente e non dovrà per forza sostituirla. Infatti il divieto è valido soltanto per le nuove installazioni oppure per le sostituzioni (in caso di rottura) delle caldaie esistenti. Fa discutere la definizione di un limite minimo di rendimento stagionale pari al 115% che deriva dal procedimento sull'Ecodesign e che è tecnicamente irraggiungibile con una caldaia a gas. Questa normativa tecnica, se approvata, di fatto anticiperebbe di molto la data del 2040. Se si fosse obbligati a cambiare la vecchia caldaia, perciò, le alternative possibili sarebbero la pompa di calore, la caldaia a biomassa oppure soluzioni "di nicchia" come la pompa geotermica. 

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Le pompe di calore sono l'alternativa migliore 

Le pompe di calore elettriche sono l'alternativa che viene spinta per la maggiore per far diventare "più green" le nostre case. Questa tecnologia infatti non prevede combustione ed utilizza energia elettrica che, se è di provenienza rinnovabile, permette di avere un impatto ambientale nullo in fase di utilizzo. Ma, oltre ad avere un costo di acquisto importante (per un modello aria-acqua per abbinare ai radiatori o riscaldamento a pavimento è difficile stare sotto i 5.000 euro) non bisogna sottovalutare le complicanze tecniche: occorre installare un’unità esterna che necessita di spazio e crea inquinamento acustico per se e i vicini.

Ingombro e progettazione idonea: attenzione alle criticità

Se per un appartamento ci si orienta su un sistema che riesca a soddisfare acqua calda sanitaria e riscaldamento, occorre valutare un sistema con un ingombro importante e con adeguate specifiche tecniche per essere abbinato a radiatori o - meglio ancora - a un sistema a bassa temperatura (come un impianto di riscaldamento a pavimento o fan coil), cosa non sempre facile da realizzare. E, non meno importante, va valutata la criticità di progettare il sistema in maniera idonea in modo da efficientare i consumi e il comfort all’interno di una casa con caratteristiche e impianti pregressi.

Come funziona il sistema a pompa di calore

È un sistema che permette di sfruttare la differenza di temperatura fra due ambienti (interno ed esterno) per restituire energia termica da utilizzare per la climatizzazione della casa o anche per scaldare l’acqua calda sanitaria. Minore è la differenza di temperatura fra i due ambienti e maggiore sarà l’efficienza. Con temperature estreme, vicino o sotto lo zero o oltre i 35° C, il rendimento sarà inferiore a quando le temperature sono miti. È la soluzione ottimale se inserite in un determinato contesto abitativo: le pompe di calore hanno un elevato rendimento energetico ma per essere al massimo dell’efficienza ha bisogno di un ambiente ben isolato e ben coibentato.

Il massimo rendimendo è in case nuove o ristrutturate

Per dare il massimo, le pompe di calore devono essere installate in case nuove o ristrutturate con la massima attenzione al risparmio energetico e all’efficientamento dei sistemi di distribuzione del calore. Al contrario, in una casa non ristrutturata, quindi non ben isolata e con i termosifoni invece che con un impianto a pavimento, la resa scende molto. Da non sottovalutare poi che una pompa di calore per il riscaldamento sia dell’ambiente sia dell’acqua sanitaria è molto ingombrante (quasi quanto un frigorifero) e deve essere collocata vicino all’impianto e ai tubi. Questo significa che per chi non ha uno spazio esterno o una casa sufficientemente grande, questo può essere un problema. Il motore esterno risulta poi piuttosto rumoroso quando è in funzione.

Pro, contro e i prezzi di un impianto a pompa di calore

PRO

  • Ideale per i sistemi di emissione a bassa temperatura (pannelli radianti)
  • Migliora la qualità dell’aria circostante
  • Risulta altamente efficiente
  • Aumenta il valore dell’immobile
  • Ha accesso agli incentivi statali

CONTRO

  • È meno efficiente alle basse temperature: può essere necessario un ulteriore generatore di calore 
  • Non ideale se la casa è scarsamente isolata 
  • Necessita di spazio per l’unità esterna, che può generare rumore

Costo annuo per una casa: 1.774 euro all'anno.

Quanto costa installare una pompa di calore

Il costo di acquisto di una pompa di calore e la sua relativa installazione parte dai 5 mila euro e può superare i 10 mila. La spesa in questo caso è ben più elevata rispetto a quella prevista dalle classiche caldaie a gas, ma è bene ricordare che - se tutto sarà confermato - solo con le pompe di calore sarà possibile usufruire delle detrazioni fiscali dell'Ecobonus dal 2025. Se la casa dove viene installata è mal coibentata, non si recupera affatto l’investimento iniziale e il rischio è di rimanere al freddo di inverno o, comunque, con un comfort non adeguato. Come visto in precedenza, perciò, se decidi di passare a questo sistema di riscaldamento è bene assicurarti di avere in casa un elevato grado di isolamento termico anche su tetto, pareti e serramenti.

Potrebbe arrivare anche una lista di precise deroghe tecniche

All'interno del testo della normativa in discussione non sono prospettate facili scappatoie come, per esempio, la possibilità che l’utilizzo di gas a basso impatto ambientale come biometano o l’idrogeno in abbinamento alle caldaie possano essere la soluzione per questa transizione. C'è invece la possibilità che si crei una lista ben precisa di deroghe tecniche che permettano per esempio in appartamenti di pochi locali e/o con limiti ben definiti degli impianti termici, di installare ancora sistemi di riscaldamento a combustione di poter installare ancora la caldaia in caso di guasto. Per tutti gli altri la soluzione della pompa di calore elettrica sembra ormai definito come la possibile soluzione per il processo di decarbonizzazione

Necessario un calendario con divieti a incentivi

Per poter agevolare queste procedure, è fondamentale pensare anche ai consumatori: è necessario che venga stilato un calendario chiaro che definisca nel dettaglio i divieti e i possibili incentivi disponibili. Solo in questo modo è possibile pianificare quelle scelte fondamentali per poter cogliere i vantaggi dei nuovi sistemi, come il ridotto impatto ambientale e i costi in bolletta contenuti.