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Streptococco nei bimbi: come scoprirlo e come curarlo

L’ondata di casi di streptococco tra i bambini che ha segnato queste ultime settimane di inverno, ha messo non poco in apprensione molti genitori. In tanti si sono affidati ai test rapidi acquistati in farmacia. Ma in casi di forte mal di gola e febbre, meglio rivolgersi al pediatra e non affidarsi al fai da te. Ecco che cos’è lo streptococco, quali sono i sintomi e come si cura.

20 marzo 2024
Streptococco

Da mesi l’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) e il Centro europeo per il controllo e la prevenzione delle malattie (Ecdc) segnalano in alcuni paesi europei un aumento dei casi di infezione da streptococco, la causa più comune delle faringiti e tonsilliti batteriche nei bambini in età scolare.

L’andamento a ondate di queste infezioni è tipico, non ci sono state segnalazioni di rischio grave e si tratta di un’infezione nella maggior parte dei casi benigna, per cui neanche tutte le linee guida suggeriscono di ricorrere agli antibiotici, che servono più che altro a prevenire complicazioni (rare, ma a volte gravi). Sgombriamo quindi il campo da ogni allarmismo e capiamo bene come conviene muoversi.

Quali sintomi dà la tonsillite da streptococco?

Intorno al 20% delle infezioni da streptococco è completamente privo di sintomi e non va trattato. Non avrebbe senso quindi sottoporre a test rapido (cosiddetto tampone) bambini senza sintomi o con sintomi lievi, tipo leggero mal di gola o raffreddore, che potrebbero essere casualmente concomitanti alla presenza dello streptococco in un portatore sano. Nessun allarme quindi e nessun bisogno di far niente fino a che il bambino non ha sintomi come forte mal di gola e febbre alta, a volte accompagnati da gonfiore delle ghiandole sottolinguali.

Nella maggior parte dei casi (si parla del 70%) il mal di gola nei bambini ha comunque origine virale e passa da sé senza bisogno di antibiotici. Da ricordare che la presenza delle cosiddette placche, macchie biancastre nella zona delle tonsille, non è di per sé un segno di infezione batterica, ma può essere dovuta anche a infezioni virali.

Quando bisogna consultare il pediatra?

Se il bambino ha questi sintomi, la strada giusta è consultare il pediatra. Ecco perché.

  1. Non è il caso di recarsi al pronto soccorso, perché non si tratta di una infezione grave e non c’è neanche bisogno di iniziare la cura immediatamente, anche se si trattasse di streptococco: a meno che il bambino non presenti altri sintomi preoccupanti, si può aspettare l’appuntamento del pediatra. Secondo le linee guida della Società italiana di pediatria preventiva e sociale un ritardo della terapia antibiotica fino a nove giorni non comporta un aumento del rischio di complicazioni (questo non significa che sia consigliabile aspettare nove giorni a rivolgersi al pediatra: significa che non c’è motivo di andare al pronto soccorso se il pediatra non è disponibile immediatamente).
  2. Non è il caso di acquistare un tampone per il test rapido in farmacia né cercare di farlo da soli al bambino, perché eseguire il tampone sulle tonsille non è facile come sembra: le linee guida raccomandano che a eseguire il tampone sia sempre un operatore esperto, per evitare falsi negativi dovuti a una cattiva esecuzione del test.
  3. In ogni caso, in presenza di un tampone positivo bisognerebbe comunque richiedere al pediatra la ricetta dell’antibiotico, che deve essere sempre prescritto dal medico, anche perché non tutti gli antibiotici sono efficaci contro lo streptococco, alcuni non funzionano (quindi un eventuale antibiotico che si ha in casa potrebbe non andare bene).
  4. Molti pediatri hanno test rapidi nel loro studio e sono in grado di eseguire il tampone durante la visita.

Il pediatra diagnostica lo streptococco: cosa faccio?

Nessun allarme: l’infezione è nella maggior parte dei casi benigna. È importante attenersi alle indicazioni del pediatra per quando riguarda la somministrazione dell’antibiotico, ricordandosi di prendere le dosi indicate dal pediatra, sempre all’ora giusta. Per la febbre, se dà fastidio, e il dolore si possono assumere in caso di bisogno tachipirina o ibuprofene. Consulta il nostro calcolatore per il dosaggio corretto di tachipirina e ibuprofene.

A fine cura serve fare il tampone?

No. Se i sintomi non migliorano o peggiorano o se compaiono nuovi sintomi è opportuno rivolgersi nuovamente al pediatra, per escludere che siano sopravvenute complicazioni, rare ma non impossibili. Non è opportuno fare un secondo tampone alla fine della cura di antibiotici: quando scompaiono i sintomi la malattia è guarita.

Come si previene l’infezione?

Come abbiamo visto, si tratta di un’infezione diffusa, anche in forma asintomatica. La prevenzione si basa sulle norme igieniche comuni e su uno stile di vita sano: lavare frequentemente le mani, preferire attività all’aria aperta, praticare regolarmente attività fisica. Coprire naso e bocca con il fazzoletto o il gomito quando si tossisce o starnuta e gettare nella spazzatura i fazzoletti di carta usati (vanno nell’indifferenziato) previene la diffusione del contagio.

In Italia, a partire da gennaio 2023, si è registrato un aumento di casi di scarlattina da streptococco. Scopri quali sono i sintomi, i tempi di incubazione e le complicanze nel nostro speciale.