PRONTO TASSE Acconti, imposte e correzioni del 730

Gli acconti per l'anno in corso nella dichiarazione del redditi

correzioni 730

05 aprile 2024

Grazie al modello del 730, puoi sapere a quanto ammontano le imposte e se ti spetta un credito o se devi pagare. Se ti accorgi di qualche errore nella dichiarazione dei redditi, ti diciamo entro quando puoi fare le correzioni.

Cosa sono gli acconti nel 730?

In base al risultato del 730 sui redditi dello scorso anno, lo Stato chiede ai contribuenti di pagare l'acconto per l'anno in corso, che è pari al 100% delle imposte che risultano dovute. Questo avviene perché lo Stato parte dal presupposto che quel che è successo l'anno passato è destinato a ripetersi anche per l'anno in corso, di conseguenza per evitare di risquotere le imposte in ritardo le chiede con largo anticipo. In ogni caso, il prossimo anno, in sede di presentazione della dichiarazione dei redditi per l'anno in corso l'acconto viene sottratto alle imposte dovute. 

Per calcolare l'acconto l'Irpef esistono varie casistiche:

  • se il debito è inferiore a 51,65 euro, non si versa nessun acconto;
  • se il debito è superiore a 51,65 euro, il Fisco chiede il 100% del debito come acconto per quest’anno;
  • se il debito è inferiore a 257,52 euro, sarà trattenuto come acconto unico a novembre;
  • se il debito è superiore a 257,52 euro, tratterranno il 40% dell’acconto nella prima busta paga o pensione utile, che varia in base al mese di presentazione del 730 e il restante 60% a novembre.

Per chi fa il 730 senza sostituto d'imposta, le scadenze per il pagamento sono il 30 giugno (o il 30 luglio con la maggiorazione dello 0,4%) e il 30 novembre.

Facciamo un esempio

Se nel 2023 hai cambiato lavoro e non hai fatto conguagliare i redditi all’ultimo datore di lavoro, il saldo di imposte che pagherai sarà piuttosto salato. Il Fisco dà per scontato che se quest’anno il tuo conguaglio è a debito, lo stesso accadrà l’anno prossimo: per questo motivo ti chiede di versare l’acconto sui redditi dell’anno in corso. Tuttavia, nel nostro esempio, a meno che nel 2024 non si cambi di nuovo lavoro, il conguaglio non sarà certo così oneroso. Quindi, chi si trova in una situazione simile può decidere di non versare o versare in misura ridotta l’acconto per l’anno successivo.

In ogni caso, si puo aspettare il 10 ottobre 2024 per comunicare al datore di lavoro di non addebitare il secondo o unico acconto di novembre. In questo modo è possibile avere maggior certezza sull’andamento dell’anno fiscale, anche perché il mancato pagamento degli acconti dovuti viene pesantemente sanzionato dal Fisco.

Addizionale comunale

Oltre all’acconto Irpef è dovuto anche l’acconto sull’addizionale comunale all’Irpef dovuta per l'anno in corso, calcolata sul reddito dello scorso anno. Normalmente questo acconto viene trattenuto dal datore di lavoro, ma se questi non lo fa o lo fa in misura inferiore, verrà calcolato l’acconto pari al 30% dell’addizionale dovuta in base all’aliquota deliberata dal Comune dove si ha la residenza al 1° gennaio 2024.

Cedolare secca

Anche il versamento della cedolare secca sull’affitto richiede un acconto pari al 100% dell'imposta dovuta per l’anno scorso. Le regole per dividere gli importi tra primo e secondo acconto sono gli stessi dell’Irpef.

Chi sottoscrive questo regime di favore nella seconda parte dell'anno, si trova a versare un acconto per l'anno in corso di parecchio inferiore a quanto dovuto per tutta l'annualità, infatti viene calcolato solo sui mesi di reale locazione. Per questo motivo è bene ricordasi che in sede di presentazione del 730 relativo ai redditi del 2023 il totale da pagare sarà piuttosto salato, perché corrisponde a quasi l’intera imposta dovuta per l'anno passato più il 100% della stessa come acconto sul 2024.

Come non pagare gli acconti del 730?

Se non vuoi versare acconti o versarne in misura inferiore a ciò che risulta dal 730 devi compilare sezione V del quadro F, ecco come devi fare:

  • per non versare nulla in acconto Irpef, barra la casella 1 del rigo F6;
  • per versare un acconto Irpef inferiore a quello risultante dal 730, non barrare la casella 1, ma indica nella casella 2 la somma che ti deve essere trattenuta dal sostituto d’imposta nel corso del 2024;
  • per l’acconto dell’addizionale comunale 2024: se non vuoi versarlo, barra la casella 3 del rigo F6; se vuoi versarne solo una parte, indicala nella colonna 4;
  • per l’acconto della cedolare secca 2024: se non vuoi versarlo, barra la casella 5 del rigo F6; se vuoi versarne solo una parte, indicala nella colonna 6.

La colonna 7 del rigo F6 è dedicata a chi intende rateizzare quanto dovuto al Fisco a titolo di saldo e primo acconto per Irpef, addizionali e cedolare. Indica in quante rate vuoi fare i versamenti (da 2 a 6, massimo 5 per i pensionati). Se sei senza sostituto d'imposta puoi scegliere di rateizzare da un minimo di due a un massimo di sette rate. In questa casella il sostituto d’imposta che effettua il conguaglio sulla tua busta paga calcolerà gli interessi dovuti per la rateizzazione, pari allo 0,33% mensile.

Le colonne dalla 8 alla 13 servono a versare meno acconti relativamente alle imposte sulle criptoattività, sull'IVIE e sull'IVAFE che dal 2024 trovano spazio nel nuovo quadro W. In particolare:

  • barra la colonna 8 se non vuoi versare l'acconto sulle criptoattività per il 2024;
  • indica a colonna 9 il minor acconto sulle criptoattivita per il 2024 che vuoi versare tramite F24;
  • barra la colonna 10 se non vuoi versare l'acconto IVIE per il 2024
  • indica a colonna 11 il minor acconto IVIE per il 2024 che vuoi versare tramite F24;
  • barra la colonna 12 se non vuoi versare l'acconto IVAFE per il 2024;
  • indica a colonna 9 il minor acconto IVAFE per il 2024 che vuoi versare tramite F24;

Il rigo F8 è dedicato alle ritenute versate sulle locazioni brevi. In questo rigo devi indicare le ritenute riportate al punto 20 nel quadro dedicato alle locazioni brevi della CU, che ti ha consegnato l'intermediario immobiliare. Le ritenute sono quelle relative ai redditi da locazione che hai indicato nel quadro B o D per i quali nella relativa casella del punto 4 è indicato "2023". Se nella CU 2024 al punto 4 è indicato l’anno 2022, riporta le ritenute indicate nel punto 20, salvo che non siano già state indicate nella dichiarazione dei redditi dell'anno scorso. Se nella CU 2024 al punto 4 è indicato l’anno 2024, le ritenute andranno indicate nella dichiarazione dei redditi dell'anno prossimo.

Se hai una CU 2023 in al punto 4 era indicato il 2023, indica le ritenute indicate al punto 20 e relative ai redditi indicati nel quadro B.

Se hai più CU o sono compilati più righi dello stesso quadro, indica la somma delle ritenute.

Leggi anche il nostro approfondimento sulle tasse da pagare per gli affitti brevi.