PRONTO TASSE 730: scadenze, conguagli e controlli

Quando scattano i controlli sul 730

730: come, dove e quando

20 marzo 2024

L’Agenzie delle Entrate può fare dei controlli preventivi sul modello del 730 presentato, ma questa procedura è prevista solo in alcuni casi specifici. Vediamo quali.

Quando si effettuano i controlli preventivi?

L’Agenzia delle Entrate potrebbe effettuare controlli preventivi se il 730 produce un credito superiore a 4.000 euro o presenta elementi di incoerenza (ad esempio grosse differenze risultanti dalla certificazione unica o dalla dichiarazione dei redditi dell'anno precedente, situazioni di rischio legate a irregolarità degli anni passati...). I controlli possono essere effettuati in via automatizzata o tramite la verifica della documentazione giustificativa, entro quattro mesi dal 30 settembre o dalla data di presentazione del 730 se successiva.

Il rimborso viene erogato direttamente dall'Agenzia delle Entrate con le modalità previste in caso di assenza del sostituto d'imposta, entro gennaio 2025 (oppure entro il sesto mese successivo alla data della trasmissione del modello 730, se questa è successiva alla scadenza del 30 settembre).

Se il 730 precompilato viene bloccato da un controllo preventivo, l'Agenzia delle entrate:

  • in caso di presentazione della precompilata on line, lo segnala tramite un messaggio nella tua area di autenticazione e con l'invio di una mail alla casella di posta elettronica che hai fornito nell'anagrafica del sito della precompilata;
  • se ti sei avvalso dell'assistenza di un Caf o di un professionista abilitato, comunicherà a questo soggetto il controllo preventivo in atto. Chi ti ha prestato l'assistenza ti deve quindi informare del blocco temporaneo del rimborso.

Il controllo dei documenti del 730

I controlli sui documenti relativi agli oneri detraibili e deducibili che sono stati comunicati all’Agenzia delle Entrate dai soggetti obbligati (banche, assicurazioni, enti previdenziali...) non vengono fatti se il 730 precompilato è stato presentato senza fare modifiche, direttamente dal contribuente sul sito dell’Agenzia o tramite il sostituto d’imposta. I controlli dell’Agenzia, invece, possono riguardare i dati comunicati alla stessa dai sostituti d’imposta tramite la Certificazione Unica oppure, in caso di modifica che incide su redditi o imposte i controlli documentali riguardano solo i dati che sono stati cambiati risptto a quanto indicato nella precompilata.

La dichiarazione precompilata si considera accettata e non modificata anche se le variazioni non incidono sul calcolo del reddito complessivo o dell’imposta: ad esempio, la modifica dell'indirizzo di residenza nell'ambito dello stesso Comune non cambia il calcolo delle addizionali comunale e regionale all'Irpef.

Per chi presenta il 730 precompilato, con o senza modifiche, al Caf o al professionista, i controlli documentali saranno effettuati nei loro confronti anche sugli oneri detraibili e deducibili che sono stati comunicati da terzi all’Agenzia delle Entrate, ad esclusione delle spese sanitarie, per le quali i controlli documentali riguardano solo le spese che non risultano dalla precompilata.

L’Agenzia delle Entrate potrà in ogni caso controllare la documentazione necessaria per verificare la sussistenza dei requisiti soggettivi per fruire di queste agevolazioni.

Per quanto tempo devo conservare la documentazione?

Il Fisco ha cinque anni di tempo per chieder conto di quanto dichiarato, quindi, non si deve buttare via niente prima del 31 dicembre 2029. In alcuni casi è meglio conservare i documenti anche per più tempo, come quando si è fatta una ristrutturazione edilizia oppure ci sono stati interventi per il risparmio energetico e la detrazione è stata rateizzata come previsto dalla legge. In questo caso è bene conservare tutta la documentazione relativa fino al quinto anno successivo a quello in cui hai detratto l'ultima rata della spesa.

Chi è responsabile di eventuali errori?

Se il Caf o il professionista a cui ci siamo affidati per la dichiarazione dei redditi appone un visto di conformità "infedele", sarà il Caf o il professionista a dover pagare le sanzioni che sarebbero state chieste al contribuente a seguito dei controlli formali da parte dell'Agenzia delle Entrate. Ovviamente l’infedeltà non deve essere stata causata dalla malafede del contribuente.

Insomma, se il Caf sbaglia, mettendo il visto di conformità sui dati che l'Agenzia delle Entrate giudica scorretti, sarà lui a pagare le sanzioni, mentre rimangono a carico del contribuente le maggiori imposte da versare e gli interessi. Questo accade anche se il Caf o il professionista, quando rilevano un errore, inviano all’Agenzia delle Entrate una dichiarazione di rettifica. Nel caso in cui il contribuente non voglia inviare la dichiarazione di rettifica, Caf e professionisti possono comunque inviare all’Agenzia una dichiarazione dei dati relativi alla rettifica.