PRONTO TASSE I familiari a carico nel 730

I figli e la dichiarazione dei redditi, come considerarli

familiari a carico

14 marzo 2024

A partire dal 2022 per i figli a carico fino a 21 anni non spettano più le detrazioni perché sono state sostituite dall'assegno unico universale che viene accreditamto dall'Inps sul conto corrente. Tuttavia, per ottenere sia le detrazioni che l'assegno unico le condizioni da rispettare sono le stesse.

Quando i figli sono considerati a carico

I figli per essere a carico devono produrre un reddito annuo inferiore a 4.000 euro che superati i 24 anni scendono a 2.840,51 euro. Fino ai 21 anni non si prendono le detrazioni in busta paga perché sono state sostituite nel 2022 dall'assegno unico universale che viene riconosciuto mensilmente dall'Inps. Superati i 21 anni si torna alle detrazioni, pertanto è bene avvisare il sostituto d'imposta, come l'azienda per cui si lavora o l'Inps in caso di pensione, della propria situazione familiare per ottenere quanto ci spetta in modo corretto.

Quale genitore deve dichiarare i figli a carico?

Le detrazioni per i figli (naturali, riconosciuti, adottivi o affidati) spettano anche se questi non convivono con chi li dichiara a proprio carico e anche se non sono residenti in Italia. La detrazione viene riconosciuta a prescindere dal fatto che sia o meno ancora studente

L'unico limite che il Fisco impone ai genitori è che facciano metà per uno:

  • se non sono legalmente separati, devono ripartirsi al 50% la detrazione per ogni figlio a carico. I genitori possono, di comune accordo, attribuire tutta la detrazione al genitore con reddito complessivo più elevato, per evitare che sia persa in tutto o in parte dal genitore con reddito particolarmente basso. Per capire come godere al massimo della detrazione, fai qualche conto: la detrazione diminuisce all'aumentare del reddito, quindi attribuendola completamente al reddito più alto, lo sconto complessivamente percepito dalla famiglia risulta più basso.
  • In caso di separazione legale, annullamento, scioglimento o cessazione del matrimonio, la detrazione spetta al 100 % al genitore affidatario; in caso di affidamento congiunto, invece, si divide al 50 %. Anche in questo caso, però, è possibile - per i motivi appena ricordati - decidere di comune accordo di attribuire l'intera detrazione al genitore con reddito più elevato, a patto che, nell'affidamento congiunto, restituisca il 50 % della detrazione all'altro genitore.

Ci sono alcuni casi in cui la detrazione spetta per intero a un solo genitore, e cioè:

  • quando l'altro genitore è fiscalmente a suo carico;
  • se uno dei genitori rimane vedovo/a con figli e si risposa;
  • per figli adottivi o affidati del solo contribuente, anche se questi è coniugato;
  • se l'altro genitore è deceduto oppure non ha riconosciuto il figlio: in questo caso, la detrazione per il primo figlio potrebbe essere sostituita da quella per il coniuge, se più conveniente, e, in caso di presentazione del 730 tramite Caf o professionista, ti dovrebbe esser assegnata in automatico la detrazione più conveniente in funzione della tua situazione.

Se un figlio lavora, non è più a carico?

No, dipende dal reddito che guadagna. Se supera il limite di reddito per esser considerato a carico anche per solo una parte dell'anno, si perde la possibilità di dichiararlo a proprio carico per tutto l'anno. Inoltre, se pur rimanendo sotto la soglia di reddito per esser considerato a carico il figlio produce del reddito che deve dichiarare (ad esempio con qualche collaborazione),  dovrà presentare una propria dichiarazione dei redditi, barrando la casella "soggetto fiscalmente a carico di altri" presente nel frontespizio di fianco al campo dedicato al codice fiscale del dichiarante. In questo modo i genitori che lo dichiarano a proprio carico possono continuare a percepire le detrazioni e recuperare le spese sostenute per lui.

Chi può detrarre le spese per i figli?

Spese detraibili e deducibili variano in base a chi dichiara di aver il figlio a carico:

  • se i due genitori dichiarano il proprio figlio a carico al 50% non sono obbligati a dividersi a metà le detrazioni per le spese sostenute per lui, (quali quelle mediche, scolastiche, universitarie ecc…);
  • se un solo genitore dichiara a proprio carico il figlio, dovrà necessariamente attribuirsi tutte le sue spese.

Quando è prevista una franchigia è bene fare un paio di conti per capire cosa conviene fare. Facciamo un esempio per le spese mediche che hanno una franchigia indetraibile di 129,11 euro. Se la mamma ha sostenuto spese mediche per sé di 500 euro e il papà invece ha solo una fattura a lui intestata di 50 euro, le spese del figlio è meglio attribuirle tutte alla mamma. Infatti il papà essendo sotto la franchigia non recupera le proprie spese e attribuendogli quelle del figlio perderebbe la parte di queste fino a concorrenza della franchigia. In pratica, nel complesso la famiglia ci perde.

Viceversa, quando è prevista una deduzione della spesa, è bene attribuirla al genitore che ha il reddito più alto, perché recupera una percentuale maggiore di imposte. Ad esempio, dedurre una spesa di 1.000 euro da un reddito di 35.000 euro significa recuperare 380 euro, dedurla da un reddito di 25.000 euro permette di recuperare solo 270 euro.

Come compilare il quadro dei figli a carico nel 730

I figli vanno indicati nella prima pagina del 730, nel quadro dei familiari a carico. Per fotografare la situazione del 2023 sono necessarie diverse colonne che rappresentano i figli a carico prima e dopo il 28 febbraio, data di introduzione dell'assegno unico familiare:

  • barra la casella “F1” per il primo figlio a carico, cioè quello di età anagrafica maggiore tra quelli a carico. Nei righi successivi barra le caselle:
  • “F” per indicare un figlio successivo al primo;
  • “A” se si tratta di un altro familiare;
  • “D” se il figlio è portatore di handicap ai sensi dell'articolo 3 della legge n. 104 del 1992 (non occorre la gravità data col comma 3 dell'articolo 3). In questo caso, non è necessario barrare anche la casella “F”.
  • Nella casella “codice fiscale”, scrivi il codice fiscale di ciascuno dei figli e degli altri familiari che dichiari a tuo carico, anche se le detrazioni vengono percepite da un altro soggetto. Ricorda di inserire il codice fiscale anche dei figli eventualmente residenti all'estero. Il codice fiscale dei figli in affido preadottivo non deve essere indicato.
  • Nella casella “mesi a carico” indica il numero dei mesi dell'anno durante i quali il familiare è stato a tuo carico. Per esempio, per un figlio nato il 14 agosto 2023, la detrazione spetta per cinque mesi, pertanto nella casella scriverai “5”.
  • Nella casella “percentuale” indica la percentuale di detrazione spettante: "100" per l'intera detrazione, "50" per la metà e "0" se la detrazione spetta interamente all'altro genitore.
  • Se uno dei genitori è deceduto oppure non ha riconosciuto il figlio l'altro genitore ha diritto per il primo figlio maggiore di 21 anni alla detrazione prevista per il coniuge a carico, mentre per gli altri figli all'intera detrazione. Fai attenzione e indica nella casella “percentuale” del rigo 2 la lettera “C”. Se la detrazione non spetta per l'intero anno, bisogna compilare il rigo 2 per i mesi in cui la detrazione è riconosciuta come figlio e il rigo 3 per i mesi in cui spetta come coniuge. In ogni caso, sarà chi ti presta l'assistenza fiscale ad attribuirti automaticamente la detrazione. più conveniente. Infatti, poiché le detrazioni per i figli con più di 21 anni e per il coniuge non sono fisse, ma variano in funzione della composizione del nucleo e del reddito complessivo, potrebbe accadere che comunque la detrazione prevista per il coniuge sia più bassa di quella attribuita al figlio.
  • Barra la casella di colonna 8 “detrazione 100% affidamento figli” se sei il genitore che fruisce dell'intera detrazione in caso di affidamento congiunto, esclusivo o condiviso dei figli. Se sei il genitore affidatario, o in caso di affidamento congiunto, e non puoi usufruire in tutto o in parte della detrazione, perché hai dei limiti di reddito, la detrazione viene assegnata interamente all'altro genitore. Ovviamente, questa situazione può essere oggetto di valutazione in sede di accordo economico di separazione.
  • Nella casella "n. mesi detrazione figli 21 anni o più" bisogna indicare a colonna 10 la situazione del figlio a carico che aveva almeno 21 anni nel 2023. Riporta "12" se ha avuto almeno 21 anni per tutto l'anno. Se il figlio ha avuto meno di 21 anni tutto l'anno, non indicare nulla in questa casella.
  • Nella casella “numero di figli in affido preadottivo a carico del contribuente”, devi indicare il numero dei figli che hai in affido preadottivo. In questo caso, utilizza un rigo per ognuno di loro, barrando la casella "F", "F1" o "D" e compilando i dati relativi ai mesi per i quali li dichiari a tuo carico. Il campo relativo al loro codice fiscale deve esser lasciato in bianco in modo tale da garantire una maggior tutela della loro privacy. 

Dove inserire le adozioni internazionali nel 730

Nel quadro E, tra le spese deducibili, si indica al rigo E26 la spesa sostenuta dai genitori per le procedure di adozione internazionale. A colonna 1 indica il codice 21 e a colonna 2 la spesa sostenuta.

In particolare sono deducibili dal reddito il 50% delle spese sostenute dai genitori per l'adozione di minorenni stranieri. Queste spese devono essere certificate dall’ente autorizzato che ha ricevuto l’incarico di curare la procedura di adozione. Sono deducibili le spese sostenute nell’anno, a prescindere dalla conclusione effettiva dell’adozione, tra cui quelle per l’assistenza che i genitori hanno ricevuto, per la legalizzazione o la traduzione dei documenti, per la richiesta di visti, per i viaggi e il soggiorno all’estero, per l’eventuale quota associativa se la procedura è stata curata da enti e le altre spese documentate per l'adozione del minore.